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Il suo palato, dalla forte tempera, poteva gustare quelle dapi pimentate; ma quel pimento solo, quel pimento sempre, aveva finito per attutirlo tanto più che quelle Saffi politiche lo avevano compromesso, e, lungi dall'aiutarlo nel far gli affari del suo sovrano, si erano servite di lui per avanzar quelli del cardinale Lambruschini. Un riposo s'imponeva fatalmente.

Era mezzogiorno e, malgrado tutte le dicerio, si cominciava a credere che per quel giorno gli oppressori della Francia non ci avrebbero molestato. Finito il pasto, ce ne andammo tutti a trovare lo Stefani; dopo poco che eravamo entrati nella di lui camera, mi si cominciò ad abbagliare la vista, sentii al palato un sapore di sangue, tossii a più riprese e caddi sfinito sopra il divano.

Questo senso agisce solamente quando le molecole dei corpi sapidi vengono a contatto di esso. Varie sono le opinioni circa la residenza del gusto. Alcuni lo mettono nelle papille della lingua, alcuni nel palato, altri nel velo palatino, ma i più dotti credono che lingua, palato, e velo palatino concorrano a completare il senso del gusto.

Il signor commissario amava i dolciumi, secondo l'uso di tutte le virtuose persone, e intinse volentieri un cantuccio nel suo vino. Come l'ebbe inzuppato ben bene, lo immerse beatamente in bocca, facendo batter la lingua contro il palato, e chiudendo gli occhi a mezzo, in atto di buongustaio che voglia concentrare tutte le facolt

E poi, anche disponendosi a ciò, il nostro provinciale non avrebbe saputo come prenderla. Così avvenne che rimanesse colla voglia e colla stizza, non bene affogate più tardi nel pònce, che fu ad un pelo di scottargli il palato. Di tornare in teatro, dopo quella memoranda impresa dei battimani, non sentiva più il desiderio.

GULONE. Se non bevo una voltarella e inumidisco il palato e la lingua e ristoro la virtú, vengo meno. TRASIMACO. Non puoi dir o no? GULONE. Son cosí affamato, che vedrei la fame nell'aria: il ventre sta vòto e si bacia con la schena di maladetti baci. Ascolta come gorgoglia. TRASIMACO. Che sei di razza di cavalli, che, quando stai digiuno, il ventre gorgoglia? Odi.

Pareva che le lacerassero il cuore a brani, sentiva un cupo ronzio negli orecchi, la lingua attaccata al palato. Mamma... mamma, disse con voce strangolata, stendendo verso di lei le manine bianche, affilatissime.