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Il valente alpinista inglese scrisse belle pagine sul libretto di Emilio, gentile preludio di altre non meno piene di ammirazione per le sue eccezionali qualit

Peccato che il Parlamento non avesse allora per le mani nessuna legge suntuaria intorno agli abbigliamenti donneschi, perchè l'onorevole Ariberti avrebbe potuto esserne relatore, e scrivere una ventina di pagine da far trasecolare la direttrice d'un giornale di mode. Ma di ben altro si occupava il Parlamento, e l'onorevole Ariberti ne trascurava i lavori da un pezzo.

Ma lo sgomento del dramma terrifico era sfumato in Emilia al succedersi di pagine liete, in cui una fantasia senza confini aveva trovato un'espressione priva d'esitanze. Le scene si svolgevano dissimili, gli abbracci strani e contorti, i gruppi numerosi. La dormente non riusciva ad afferrarli tutti.

Anch'ella, povera bella, fantasticava; ma, più infelice di Laurenti, ella soffriva, e le memorie che le tornavano in mente non erano punto liete, caramente malinconiche, come quelle del giovine naturalista. Venne la notte, ed ella era ancora sul suo sedile, nella istessa postura; Guido medesimamente fermo a guardarla, coll'indice tra le pagine del libro.

È un mostro pensava ecco, io gli della carta bianca da mangiare, ed egli me la rende scritta, e con tante belle cose che poi si spargono per il mondo a seminare il sapere; è come una magìa; e avrebbe voluto legger tutto quello che stava scritto su quelle pagine, e il suo sogno era di veder smontare una di quelle macchine, e di poter riuscire a combinarla colle sue mani.

E mentre voi ed io, guasti dai conforti dell'esistenza o da lunghi studî su morte pagine, andiamo calcolando sulle maggiori o minori probabilit

Oh, come io la ravviso! gridò Cosimo in un impeto di adorazione che lo trasfigurò agli occhi del giovine. Come ella si mostra a me nelle vostre parole, qual era fanciulla, quale rimase mai sempre, quale la dipingono alla mia mente le pagine ch'ella mi ha lasciate a testimonianza de' suoi pensamenti!

È una voce d'oltretomba che ci parla dalle pagine di questo romanzo, è la voce di Emilio De Marchi, il gentile poeta, il geniale ed arguto scrittore, ahi troppo presto rapito agli amici, agli ammiratori, al Paese di cui era ornamento ed onore.

A poco a poco, quasi svegliandosi da un terribile sogno, Loredana si rimise e cominciò a credere che Filippo non fosse minacciato da morte imminente. Ma non appena il chirurgo si congedò, essa volle udire il racconto della scena, e Filippo dovette raccontare, mentre Clarice Teobaldi pensava alle più belle pagine del teatro melodrammatico.

Nessuno forse de' miei lettori (giacchè non posso sperare che queste pagine mie varchino di molto il recinto di Milano) nessuno forse sar