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Ma conveniesi a quella pietra scema che guarda 'l ponte, che Fiorenza fesse vittima ne la sua pace postrema. Con queste genti, e con altre con esse, vid'io Fiorenza in si` fatto riposo, che non avea cagione onde piangesse: con queste genti vid'io glorioso e giusto il popol suo, tanto che 'l giglio non era ad asta mai posto a ritroso, ne' per division fatto vermiglio>>. Paradiso: Canto XVII

100 Di ciò si ride la Discordia pazza, che pace o triegua ormai più teme poco. Scorre di qua e di l

Il suo istinto di donna trovava un pascolo nella casa agiata, nella vecchia casa dove le stanze erano così liete, dove tutto sorrideva nel benessere, nella pace, dove perfino la voce da ventriloquo di Gerolamo aveva intonazioni festose, ed il faccione rubicondo dell'Appollonia spiccava sulla soglia della cucina, nella sua onest

Il militare si rialzò tranquillamente, scosse la polvere del suo calzone, guardò con aria soddisfatta le persone che gli avevan fatto capannello attorno, portò la mano allo shakò, salutò tutti e si allontanò in pace. Il popolo si disperse, il cuore stretto, e mutolo.

La repubblica di Venezia pertanto, abbandonata dai principi della lega dopo la gloriosa battaglia di Lepanto, e non assistita dalla Persia, stipulava nel 1572 la pace col Turco, perdendo un'altra occasione di abbattere la costui potenza, mediante il vagheggiato accordo colla Persia; il quale fatalmente non potè mai verificarsi, perocchè le vicende politiche ed economiche dell'uno e dell'altro Stato, non permisero che nello stesso tempo ambedue si trovassero pronti contro il comune nemico.

Io non so se il lungo esilio testè ricominciato, la vita non confortata fuorchè d'affetti lontani o contesi, e la speranza lungamente protratta e il desiderio che incomincia a farmisi supremo di dormire finalmente in pace, dacchè non ho potuto vivere, in terra mia, m'irritino, e nol credo, l'anima nata ad amare e per lunga prova incapacissima d'odio; ma so che, perchè noi potessimo dirci degni di libert

Zaeli lasciò cadere la penna, prese una mano di sua moglie e l'attirò dolcemente. Ho creduto, Paolina, che la tua vita fosse serena, e mi parli di segreti, di dolori, di combattimenti!!! È lei, è stata lei che mi ha rovinata la pace da lungo tempo, Zaeli! Si coprì il viso con le mani, singhiozzando sommessamente. Ti ricordi, Zaeli, il micino bianco di Cecilia Rigotti?

Scrivono taluni, che vi rimanesse ferito anco Ugo Bassi, ma non è vero; cadde prigione soltanto ed ecco come: di lui diremo sparsamente più volte, intanto si sappia com'ei preso da sacro furore in guerra sembrasse una spada brandita dall'angiolo della sterminazione: in pace tanto nel suo petto soprabbondava l'amore, che non pure amava i propri simili, ma di smisurato affetto proseguiva anco le bestie; pari in questo a San Francesco, che chiamava sue sorelle le rondini, e fratello il lupo; però non è da dirsi quanto egli fosse attaccato a certa sua cavalla storna compagna inseparabile dei suoi perigli e delle sue pellegrinazioni: ora mentre montato su questo animale egli scorre lungo la fronte del nemico, tutto fiamma nel volto con forti parole soffiando nella virtù dei nostri perchè divampasse più gloriosa, ecco otto colpi di moschetto mandano sottosopra cavalcatura, e cavaliere: per fortuna tutte le palle penetrarono nel corpo alla bestia, il Bassi andò incolume, che rilevatosi indi a poco e vista morta la compagna le s'inginocchiò a lato, con molto pianto abbracciandola e baciandola; le chiuse gli occhi, le recise parte dei crini e se li ripose in petto conforme costumano gl'innamorati con le chiome dell'amata donna: i Francesi lo colsero in cotesto atto, lo pigliano, lo spogliano, e se lo cacciano innanzi percotendolo con isconce battiture, in modo pari a quello che gli Spagnuoli praticarono con Ignazio da Loiola; se non che la leggenda narra, che Ignazio rapito in estasi o non sentiva i calci, o gli aveva per grazia, mentre il povero Ugo, io metto pegno, che non ne provasse piacere.

«Oh! diceva la cieca han bello dire, ma le contadine sono più felici di noi! Vengono su pascendo le pecore e sarchiando il campo, durano stenti grandi, è vero; ma almeno quel po' di pane che Dio manda lo mangiano in pace, senza tante ambizioni....! Noi.... noi.... invece....»

Vegna ver' noi la pace del tuo regno, che' noi ad essa non potem da noi, s'ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler li angeli tuoi fan sacrificio a te, cantando osanna, cosi` facciano li uomini de' suoi. Da` oggi a noi la cotidiana manna, sanza la qual per questo aspro diserto a retro va chi piu` di gir s'affanna.