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Era un'altra cotta. Nella Casa Grigia a Wareside, Fräulein Müller leggeva ancora la Divina Commedia all'inconscio zio Giacomo. I fiori dei meli oscillavano nella mite aria primaverile. Le farfalle passavano come fiori alati sul capo di Edith che giaceva in un seggiolone al sole, troppo stanca per muoversi e troppo svogliata per leggere.

Salivano, oscillavano, si moltiplicavano, si diffondevano, si facevan più acuti, bagnavano il viso, penetravan le carni di Nicla e di Bruno, affacciati su quel prodigioso veleno.

La grave melodia faceva risonar l'oratorio; i turiboli appesi, allo scoppio delle forti note, oscillavano, come per accompagnarle colle loro danze. Così, sempre cantando, Elisenda aveva messo in dito ad Estebano un anello d'onice, e, sempre cantando, Estebano s'era levato e avea steso il pugno nell'ombra dietro l'altare e l'avea ritratto armato da una immensa spada.

Tutti miravano ad un punto, anelavano di vedere l'ignoto. Le grida di viva e di morte formavano un tal frastuono che le creste del monte ne oscillavano. Le nevi smosse precipitavano dai culmini più elevati, formando delle valanghe.

Nancy con una bambola in braccio, sedeva sull'erba ai suoi piedi; e la osservava, divertendosi a veder ballare sul cappello di Fräulein Müller due piume nere che oscillavano come su di un piccolo carro funebre, segnando il ritmo di qualche cosa che Fräulein leggeva. Che cosa leggi, Fräulein? domandò Nancy. Che belle parole, disse Nancy. Leggile ancora. Fräulein ripetè i dolci versi mattinali.

Sono caduto il giorno tre di questo mese nel pomeriggio. La giornata era fosca. Grosse nuvole oscillavano nel cielo sotto la pressione di un vento troppo alto per essere sentito. L'aria, ancora più calda che umida, bagnava tutte le piante come di un sudore malato. Nella caduta non ero solo, ma fortunatamente fui solo ad azzoppirmi. Ed ecco come avvenne.

Il bosco era incendiato dal tramonto, sul cui fondo spiccavan più decisi i fusti dei cerri e dei castagni; gli archi formati dalle fronde sembravano gallerie in fiamme, dentro le quali oscillavano stupendi riflessi d'oro.

Non mi smarrii; nessuno dei miei sensi s'oscurò. Vidi le stelle del cielo che oscillavano come se un vento superno le agitasse; vidi i moti illusorii ma terrifici che la luce mobile della lampada metteva nella portiera; udii distintamente la ripresa della pastorale, i latrati d'un cane lontano. Un guizzo del bambino mi fece trasalire. Egli si svegliava.

Dappertutto biancheggiavano delle case, quali scoperte in gran parte, quali sepolte fino al tetto, di cui non si scorgevano che i comignoli, simili ad alberi di nave naufragata; le piante investite dalla corrente oscillavano sui loro fusti; e molte di esse sradicate erano travolte impetuosamente dalle onde; in alcuni punti il fiume era limpido e calmo, in alcuni altri scorreva con un fragore spaventoso, e si riversava negli avallamenti, che riempiuti si scaricavano negli altri seni più bassi.

Oscillavano in un vapore fumoso le fiamme dei ceri, s'agitavano in un movimento ritmico le tende calate sulle finestre aperte.... Nella bianca vestaglia, con le braccia in croce, ell'era distesa sul letto.... Ma era lei, era proprio lei?