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Una luna falcata le ornava i capelli, pettinati alla foggia di Diana; il collo e i polsi scintillavano lontano per una magnifica collana e per due braccialetti di brillanti; ma gli occhi della marchesa, ombreggiati dall'arco superbo delle ciglia, scintillavano d'una luce più vivida, e l'alabastro delle carni abbacinava gli occhi dei riguardanti, assai più dell'oro e dei brillanti, sebbene questi rifrangessero per tutte le loro faccette e con tutti i bagliori colorati dell'iride, la luce di cento doppieri.

L'alcova dei letti era abbellita con una cornice di legno dipinta a colori vivaci; e qualche quadretto, qualche calendario vecchio la ornava ancora torno torno, risvegliando l'idea di voti appesi, dandole un aspetto di nicchia di altare. Fatta con cura, con attenzione particolare e gentile, era una piccola culla, dove dormiva un bimbo biondo biondo.

Ma ella cantava dovunque, sempre, appena le domandavano di cantare, posando il suo manicotto o il suo ombrellino, levando la testolina dal colletto di pelliccia che ornava la sua mantellina, come un uccelletto canoro che vive del suo canto e morrebbe, se non cantasse.

Fiordispina ammirava i grappoli di campanelluzzi eleganti, variamente colorati, che pendevano dalle asticciuole ramose; Gino la seguiva nelle sue osservazioni, ma non così attentamente com'ella avrebbe voluto, e vedeva le guance di Minerva tingersi di un incarnato più vivo, quando ella si accorgeva che il compagno guardava troppo un mazzolino di fiori selvatici, sporgente dalla gala di mussolina che ornava e nascondeva ad un tempo lo scollo della sua veste di lana.

Laura era vestita di broccato nero, con uno strascico inverosimile; sulla scollatura triangolare del petto era appuntato un grande gruppo di fiori rossi e gialli; un ramo fitto di fiori rossi o gialli ornava i capelli bruni, compariva sotto l'orecchio e le lambiva il collo. Cesare entrò, senza far rumore, la guardò un momento, pensò a quello che doveva dire, e finì per dire: Buona sera, signora.

Era suo studio travagliare in corso Per silvestre cammin cerva leggiera E cerviero atterrare, e piagare orso, Terror de' boschi, non fallace arciera; E de l'orride spoglie ornava il dorso, E quasi di trofeo ne giva altiera, men per l'ampie valli era possente A soggiogar notando ogni torrente.

La Gina se ne tornava a casa, colla febbre nelle ossa, colle guance riarse, con una gran sete: si accoccolava per terra, sotto la finestra, al buio, o cogli occhi incantati sui fiocchi di neve che cadevano; nelle ore di notte che non poteva dormire, o che dormiva così a sbalzi, coll'animo sospeso e co' piedi freddi, essa si lasciava andare a ripensare le belle carte di torrone, che.... una volta il babbo le regalava, delle quali ne aveva un fascio in una scatola, quali screziate d'oro e d'argento, quali con bei lembi color cielo, color vestito della Madonna, altre gentili come le perle, altre accese come il fuoco; e ne faceva vesti alle sue bambole di carta, alla Ghiacciata, se ne ornava ella stessa le orecchie, tagliuzzando le laminette di paglia d'oro, tintinnanti; quasi il destino avesse dovuto prepararle, per i suoi begli occhi, una corona di diamanti, come a una principessa.... Così pensava fredda fredda nel letto.

Per altro, svolgendosi un tratto dal collo il lembo della sua beduina, potea far vedere uno di quegli unghioni, lucente trofeo incastonato in una spilla d'oro, che gli ornava il nodo della cravatta.....

Vestiva il Duca un lungo robbone di saio nero foderato di seta, la grossa catena d'oro dell'orologio ne ornava la duplice bottoniera, e la barba bianchissima gli scendeva prolissa sul petto. Severo nell'aspetto, alteramente libero nel portamento, riciso parlatore, acuto nello sguardo e attento, il suo volto imponeva; una tal quale maest

Un mazzolino somigliante, acconciamente posto su d'un cappio di merletto, ornava le due attaccature della vita al sommo delle braccia, donde si dipartivano larghe striscie dello stesso merletto, correndo intorno alle spalle e giungendo poi sul dinanzi a chiudersi sotto un largo fermaglio, o pettorina di filo d'oro, reticolato a rabeschi, che si adattava al garbo del seno e dei fianchi.