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La moglie dell'Imperatore? Arialdo. No. La moglie dell'Imperatore è Berta di Susa, sorella di Amedeo II di Savoia. Ordulfo. E l'Imperatore, che vuol esser giovane con noi, non può soffrirla e pensa di ripudiarla. Landolfo. Quella è la sua più feroce nemica: Matilde, la marchesa di Toscana. Bertoldo. Ah, ho capito, quella che ospitò il Papa... Landolfo. A Canossa, appunto! Ordulfo.

Gli corre incontro minacciosamente per burla con gli altri due per scacciarlo. Ordulfo. Messo di Gregorio VII, via! Arialdo. Via! Via! E finitela! Ordulfo. No! Tu non puoi metter piede qua dentro! Arialdo. Fuori! Fuori! Landolfo. Sortilegio, sai! Demonio evocato dal Mago di Roma! Cava, cava la spada! Finitela, vi dico! Non fate i matti con me! È arrivato il signor Marchese in comitiva... Ah!

Per favore, ci avrebbe un fiammifero? Landolfo. Ohi! La pipa no, qua dentro! No, fumo una sigaretta. Accende e va a sdrajarsi anche lui, fumando, sullo zoccolo. Ma, scusate... questa sala... questo vestiario... Che Enrico IV?... Io non mi raccapezzo bene: È o non è quello di Francia? A questa domanda, Landolfo, Arialdo e Ordulfo scoppiano a ridere fragorosamente. Quello di Francia, dice!

Ha creduto quello di Francia! Arialdo. Enrico IV di Germania, caro mio! Dinastia dei Salii! Ordulfo. Il grande e tragico imperatore! Landolfo. Quello di Canossa! Sosteniamo qua, giorno per giorno, la spaventosissima guerra tra Stato e Chiesa! Oh! Ordulfo. L'Impero contro il Papato! Oh! Arialdo. Antipapi contro i Papi! Landolfo. I re contro gli antirè! Ordulfo. E guerra contro i Sassoni! Arialdo.

Si tira indietro e, levandosi il sajo, grida loro: Domani, a Bressanone, ventisette vescovi tedeschi e lombardi firmeranno con me la destituzione di Papa Gregorio VII: non Pontefice, ma monaco falso! Ordulfo (con gli altri due, scongiurandolo di tacere). Maest

Ma forse credeva che lo sapessi! Landolfo. Non voleva più assumere nessun altro in sostituzione. Tre, quanti restavamo, gli pareva che potessimo bastare. Ma non ne so una saetta, io, di tutta questa storia! Ordulfo. Eh, stai fresco, allora, caro mio! Arialdo. E il guajo è che non lo sappiamo neanche noi, chi sei tu. Bertoldo. Neanche voi? Chi debbo rappresentare io, non lo sapete? Ordulfo.

Tutt'a un tratto infuriandosi e afferrandosi il sajo addosso. Questo sajo qua! Con gioia quasi feroce facendo atto di strapparselo, mentre Arialdo, Ordulfo subito accorrono spaventati, come per trattenerlo. Ah per Dio!

S'apre l'uscio a destra e Landolfo entra per primo, subito inchinandosi, entrano poi Donna Matilde col manto e la corona ducale, come nel primo atto e il Dottore con la tonaca di Abate di Cluny; Enrico IV è fra loro, in abito regale; entrano infine Ordulfo e Arialdo. E io vi domando, come potrei essere astuto, se poi mi credono caparbio... Dottore. Ma no, che caparbio, per carit

Io me ne vado! Me ne vado! Arialdo (trattenendolo insieme con Ordulfo tra le risa). No, c

Si curva, prendendosi la testa fra le mani, come in attesa di qualche cosa che debba schiacciarlo; e sta un po' così, ma poi con altra voce, pur senza scomporsi, dice piano, in confidenza a Landolfo, ad Arialdo e a Ordulfo: Ma io non so perché, oggi non riesco a essere umile davanti a quello ! E indica, come di nascosto, il Belcredi.