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Oimei! PILASTRINO. Ed anco i miei voglion qualcosa loro. Tu non odi? Lasciala qui; ch'io ti caverò gli occhi, s'io ci metto le mani. ARTEMONA. Oimè! Ladrone! Prima mi caverai la vita e 'l fiato e gli occhi e 'l cuor che di man la catena, se non mi scanni; e, se 'l fai, ti predíco che, inanzi un mese, tu sarai appiccato. Lasciami, adunque. PILASTRINO. Dico ch'io la voglio.

GIRIFALCO. Oimei, anima mia! ché sarò morto prima ch'io t'abbi. PILASTRINO. Or abbiam bello e fatto. LISTAGIRO. Rimedio non v'è piú. GIRIFALCO. Son morto. Aiuto! Misericordia! Oimè! O Pilastrino, m'han preso per il collo. PILASTRINO. Oimei! Fo voto Mi portano ancor me. GIRIFALCO. San Gimignano! Una testa di cera, s'io ne scampo. Ribbaldella, sarai pur di me sazia, che sei cagion di questo.

Lasciami, te ne priego, far giusta vendetta e che tal peste togli a davanti a chi, non cognoscendo com'io fosse per essere ingannato... Lascia! lascia! ché questo non è 'l primo. Non ti varranno... COMPAGNI. Resta! resta! sta'! Tienlo. Non odi? Toglili quell'arme. E che volevi far? Poco cervello! Pórti con una... FILOCRATE. Lascia, oimei! ché vo' sfondar quell'uscio e le fenestre.

Bogli bogli, calderon, per dispetto del tuo padron. Oh! co! S'io mi reggo d'allegrezza, ch'io diventi speziale o sbirro. Lascia ch'io fornisca questa, e vengo. Streppiti e calderoni, ch'io li ho impegnati. E viva la ca... Sta', non mi dar la spinta. Eccomi giú. Oimei, c'ho rotto dentro! auhè! FILENO. Chi è quello? Timaro, chi è ? Senti? Chi grida? Che romore è? Che vuol dir, Pilastrino?

Che sia maladetto mio padre e la mia madre e la mia balia che non mi soffocorno quando nacqui, per venire a tal punto! Ah, vita mia! Dove debbe essere or quel boccolino? Se tu 'l sapessi, di tanta disgrazia, l'avresti pur per male. Oimei! O Lúcia! Oimei! M'han rotto un braccio. Oimè! la testa. Mi strozzan tuttavia. Sono a l'inferno, in mezzo al fuoco. PILASTRINO. È pure andata netta.

Tu non rispondi? È morto. Aiuto, aiuto! Arme, arme! Fuori! ché gli è stato morto, qui, Pilastrino. Accennami col dito se ancor sei vivo. PILASTRINO. Oh! oh! oimè meschino! FILENO. Non c'è mal, non c'è mal. PILASTRINO. Ben... ben sapeva ch'oggi m'avea a venir qualche disgrazia. S'io campo, faccio voto di vestirmi pinzocora del terzo ordine. Oimei! oh! che m'esce il fiato.

FILENO. Guarda gaglioffo! Forse ch'io nol pensai che gli è ubbriaco, questo impiccato? M'era giá venuto il cuor, di compassione e di paura, ad un granel di miglio. Che t'han fatto? Di', Pilastrino. PILASTRINO. Son caduto giú da le mura de la ròcca. Oimei! Aiutami, qua giú nel fosso, fratello, ch'io moro. Vorrei la candela da benedire e ben da bere in questo affanno.

Questi sono gli onor? Vo' che tu impari per l'altre volte. TIMARO. Oimei, padron! Son morto. CRISAULO. Ti vo' spezzar quella testa balorda. Chi te l'avea commesso? TIMARO. Oh gramo a me! CRISAULO. S'io vi ritorno... TIMARO. Oimei, che ho rotto gli ossi! Morrò in duo . PILASTRINO. Oh! co! Non piú, Crisaulo. Oh! co! Crepo di rise.