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ed incontanente invoca, dicendo: ...dii coeptis, nam vos mutastis et illas, aspirate meis, ecc. E talvolta i poeti, insieme con la invocazione, mescolano la sommaria intenzion loro; e cosí, nel principio della sua Odissea, fece Omero, li versi del quale ottimamente traslatò in latino Orazio, dicendo: Dic mihi, musa, virum, captae post tempora Troiae, qui mores hominum multorum vidit, et urbes.

Ma egli è così abituato a riposarsi mutando soltanto soggetto di lavoro, che continua a fare come ha fatto prima, quando tra un severo studio storico e l'altro, tra l'assidua frequenza alle sedute del Senato, del Consiglio comunale e del Consiglio provinciale, ha trovato modo di mandar fuori la traduzione del Libro di Giada, le popolari Conversazioni del Dott. Lorenzo i canti della Odissea della Donna, illustrati da molti suoi disegni; dare a giornali e riviste gran numero di articoli non brevi e tutti coscienziosamente meditati nella sostanza e nella forma; e, quasi per svago, mettersi a tradurre una scelta di poesie della poetessa inglese Elisabetta Barrett Browning, impresa che, per le tante difficolt

Terribile cosa, caro Ojetti! E pensare che Omero e Dante e lo Shakespeare non sapevano niente di realismo e d'idealismo e d'altri consimili ismi! E intanto han messo al mondo quelle cosettine che si chiamano Iliade, Odissea, Commedia, Otello, Amleto, Re Lear!

Aprite il catalogo Albrighi e Segati, e troverete quasi tutti i libri della Odissea, pubblicati in altrettanti volumetti commentati. E su per giú il medesimo può ripetersi per i principali editori scolastici, per i principali autori greci e latini. Ne trovate le varie parti disperse, in edizioni commentate: l'autore completo non lo trovate mai.

E a noi scettici e mistici in erba per contrasto, il Massarani viene a cantare la Odissea della donna; incurante che qualcuno possa sorridere o ridere della sua scappata poetica inattesa e stimata inopportuna.

Erano quasi tutti laceri o mal vestiti; pochissimi indossavano la camicia rossa; fra di essi ve ne erano molti straordinariamente giovani. Il loro aspetto diceva una odissea di privazioni e di dolori; su alcuni pallidi volti si leggeva ancora: Roma o Morte! Facevano un effetto di profonda commozione, che non avrebbero fatto se fossero stati bene armati e ben vestiti.

Omero, il quale pare essere de' piú antichi poeti che di ciò menzione faccia, scrive nel libro undicesimo della sua Odissea, Ulisse per mare essere stato mandato da Circe in oceano per dovere in inferno discendere a sapere da Tiresia tebano i suoi futuri accidenti; e quivi dice lui essere pervenuto appo certi popoli, li quali chiama scizi, dove alcuna luce di sole mai non appare, e quivi avere lo 'nferno trovato.

Di Garibaldi note le fortune, la costanza, l'ardire, i pericoli, e i casi dolorosi. Episodi pieni di amarezza infinita della Odissea pietosissima sono le morti del Brunetti e dei suoi figliuoli, di Ugo Bassi, e della valorosa sua donna Annita; le fughe, le insidie, la ferina caccia, e l'eroico aiuto dei buoni, per ultimo lo scampo miracoloso per virtù del Guelfi maremmano nostro, bella gloria toscana: di ciò non sono chiamato a spendere parole; solo devo ricordare come a cotesti tempi fosse detto, e ripetuto poi, che esulando da Roma ei si portasse seco un milione: l'uomo integro di siffatta accusa non si diede un pensiero al mondo; molto meno si dolse, ovvero accusò: egli (le opinioni degli uomini sono varie) avrebbe tenuto sfregio solenne un certificato di probit