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Se donna Livia non mi odiasse, se fosse quale la dite, non vi permetterebbe tale barbarie invece di consigliarvela! Ella sarebbe capace di perdonarvi ancora! ma io nol farò, perchè appena libera, tornereste a volerla perdere! Orsù, finitela; partiamo! Ah! ella è causa di tutte le mie sventure! Senza coloro, ch'ella inviò a cercare dal conte, io sarei felice!

Neppure a' lontani Quando me travolvean disegni insani, Quando far forza ai casi ambito avrei, che a' brandi stranieri onta tornasse, Con chi gli altari odiasse Affratellato io mai non mi sarei.

Nessuno si accorgeva che ella si tingeva lievemente gli occhi. Aveva gli occhi grigi, molto luminosi e grandi: ma quando ella si turbava, per uno strano effetto, gli occhi si facevano di un azzurro-carico, quasi cupo. Qualcuno, di sera, diceva che ella aveva gli occhi neri: cambiamenti pericolosi che moltiplicano la potenza di uno sguardo. Quella piccola tinta di bistro, segreto orientale, con cui accentuava questo sguardo era messa con sapienza artistica: sebbene la principessa nulla sapesse di arte e odiasse specialmente la scultura, la pittura e la poesia. Comprendeva solo la musica, senza dirlo. Aveva due sguardi: l'uno dritto, fermo, duro, come una domanda imperiosa; l'altro cadeva dall'alto, quasi filtrato attraverso l'anima, un po' errante, con uno smarrimento giovanile, senza calore, ma dolcissimo. La principessa aveva ventiquattro anni e dicevano che in casa passasse rapidamente dalla bont

Quanto al conte, don Francesco vi pensava con sdegno. Quegli non soltanto possedeva il suo segreto, ma aveva osato innalzare i pensieri sino a donna Livia, e per quanto questo amore fosse platonico, e la duchessa vi si mostrasse indifferente, pure tale idea bastava sola perchè il duca odiasse il cavaliere di Malta.

E se Nora, risvegliandosi.... ricordandosi.... scomparsa l'esaltazione, la demenza, provasse orrore di ciò ch'era successo? E non veniva!... Perchè non correva a rassicurarlo, a consolarlo? Se fosse ammalata? Se fosse sdegnata? Se avesse vergogna di stessa, se lo odiasse? E Pietro non vedeva più il bel viso irradiato dall'amore, ma contraffatto dall'ira.

Lo zio Giacomo non era uno che avesse il naso di pasta frolla. Quindi, per quanto odiasse i viaggi, per quante cose perdesse nei treni e dimenticasse sui battelli, e per quanto la sua presenza fosse pressochè indispensabile nel suo studio dove si ammucchiavano progetti e disegni di ponti ed edifici, tuttavia egli aveva deciso di partire e partirebbe.

«Voi vi apponeste al vero, valoroso Barone, quando pensaste che non tutt'uomo, che odiasse Roma, fosse degno di amare Manfredi; pure vi dilungaste dal retto, allorchè ci negaste il cuore o la mente di distinguervi tra mille che gridano parte per far tacere la legge.

Adesso salta in ballo il conte Alerami. Egli vi ama! proruppe Lorenzo. E questo vi spiace? Vi piacerebbe forse di più che egli mi odiasse? Forse. Ma perchè stiamo noi qui a schermir le parole? disse Lorenzo, armandosi di coraggio. Appunto del conte Alerami io volevo parlarvi.... e chiedervi un sacrifizio....

Il povero ragazzo era lacero e malaticcio. Gli avevan dato una cabina nella seconda classe. Tutti lo guardavano; qualcuno lo interrogava: ma egli non rispondeva, e pareva che odiasse e disprezzasse tutti, tanto l'avevano inasprito e intristito le privazioni e le busse.

Di quanto odio egli odiasse il Candiano dopo la sanguinosa offesa, non è mestieri che venga ridetto; svergognato in faccia a tanti, non aveva però mai potuto vendicarsi di lui, perchè tutti, anche gli amici suoi medesimi, ne lo avevano sconsigliato; anelava però ad una occasione di poter far dispiacere a quell'uomo che tanto abborriva, e col maligno ingegno tuttodì andava pensando a qualche bel modo di ottenere l'intento: ed un pensiero gli balenò alla mente appena che ebbe veduto il Fossano.