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36 Non pregar ch'io t'uccida, ch'i tuoi preghi sariano indarno; e se pur vuoi la morte, ancor che tutto il mondo dar la nieghi, da la può aver sempre animo forte. Ma pria che l'alma da la carne sleghi, a tutti i tuoi prigioni apri le porte. Così dice la donna, e tuttavia il mago preso incontra al sasso invia.

El pelican per dar ai figli vita Si rode il petto e cusì gionge a morte Il cavaller poi che ha la seta ordita Dentro si chiude e mor con dura sorte L'imperator de la gloria infinita Per salvarci, al fin corse acerbo e forte Et tu ingrata e crudel, per ch'io non viva Me nieghi la tua imago excelsa e diva Sonetti diversi.

Poscia rispuose lui: <<Da me non venni: donna scese del ciel, per li cui prieghi de la mia compagnia costui sovvenni. Ma da ch'e` tuo voler che piu` si spieghi di nostra condizion com'ell'e` vera, esser non puote il mio che a te si nieghi. Questi non vide mai l'ultima sera; ma per la sua follia le fu si` presso, che molto poco tempo a volger era.

79 Ditemi un poco: è di voi forse alcuno ch'abbia servato alla sua moglie fede? che nieghi andar, quando gli sia oportuno, all'altrui donna, e darle ancor mercede? credete in tutto 'l mondo trovarne uno? chi 'l dice, mente; e folle è ben chi 'l crede. Trovatene vo' alcuna che vi chiami?

44 E se questo mi nieghi, io dirò dunque ch'in te non sia la di che ti vanti; ma che fu sol per crudelt

io cominciai: «El par che tu mi nieghi, o luce mia, espresso in alcun testo che decreto del cielo orazion pieghi; e questa gente prega pur di questo: sarebbe dunque loro speme vana, o non m’è ’l detto tuo ben manifesto?». Ed elli a me: «La mia scrittura è piana; e la speranza di costor non falla, se ben si guarda con la mente sana;

Poscia rispuose lui: «Da me non venni: donna scese del ciel, per li cui prieghi de la mia compagnia costui sovvenni. Ma da ch’è tuo voler che più si spieghi di nostra condizion com’ ell’ è vera, esser non puote il mio che a te si nieghi. Questi non vide mai l’ultima sera; ma per la sua follia le fu presso, che molto poco tempo a volger era.

Come libero fui da tutte quante quell'ombre che pregar pur ch'altri prieghi, si` che s'avacci lor divenir sante, io cominciai: <<El par che tu mi nieghi, o luce mia, espresso in alcun testo che decreto del cielo orazion pieghi; e questa gente prega pur di questo: sarebbe dunque loro speme vana, o non m'e` 'l detto tuo ben manifesto?>>.

Sotto l'imperio di queste circostanze e di queste idee e' si decise a visitare il barone di Sanza per rischiarare i suoi sospetti, e Don Domenico Taffa per significargli che non gli accordava la mano di Bambina. Il barone di Sanza aspettava da lungo tempo il suo compatriota. Egli aveva dunque accomodati da un pezzo i suoi nieghi.

LECCARDO. O Dio, dove andrò per trovare don Flaminio? LECCARDO. O signor don Flaminio, buona nuova! la mia lingua non t'apporta piú male novelle. DON FLAMINIO. E la mia ti apporterá grande utile. LECCARDO. Non sapete il successo? DON FLAMINIO. Non io. LECCARDO. Come nol sai, se il sa tutto Salerno? DON FLAMINIO. Nol so, ti dico. LECCARDO. O nieghi o fingi per burlarmi.