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L'impressione più indimenticabile però l'ebbi dal Lago Lungo, il più grande delle Alpi a tale altezza (m. 2572), rinserrato fra due erte creste di roccia bruna dalle forme più orride e circondato da petraie quasi prive perfino della più umile flora. Nel fondo, specialmente dal lato della Punta della Maledìa, piccoli nevati scendono lentamente alla sponda spingendosi poco a poco nell'acqua, finchè dalla loro estremit

Il Ghiacciaio dei Gelas, dalla cima omonima, scende verso nord nel vallone omonimo, nel quale si riversa per mezzo di 4 o 5 rivi. Una cresta poco ragguardevole che però costituisce lo spartiacque tra i valloni della Barra e di Monte Colomb lo separa dai due ghiacciai di Murajon, distinti tra loro per mezzo di un'altra cresta, stretta e poco elevata, ma continua; essi estendonsi a nord-ovest del gias del Murajon e formano per lo più nevati larghi, ripidi e molto bianchi, terminantisi in basso con lingue di neve ghiacciata di spessore piuttosto esiguo. Tratti ghiacciati alquanto cospicui vedonsi lungo le roccie della Cima dei Gelas, verso l'estremit

Purtscheller visitò questo distretto, v'era ancora tanta neve da non poter determinare l'ampiezza dei nevati eterni. Eppure questo gruppo avrebbe meritata un'attenzione tutta speciale, costituendo la massa di ghiaccio più meridionale di tutte le Alpi, eccetto la piccolissima sul lato nord del Monte Capelet.

La Cresta dell'Argentera, stante la sua estrema ripidezza, non contiene nevati proporzionati alla sua altezza. La carta Sarda ne segna due grandi, sovrapposti sul lato ovest; ma veramente non se ne trovano ivi che pochi di minore estensione; il più grande ha forse 2500 m., dietro il vallone dell'Argentera, sul cui lato nord osservai anche qualche stretto e ripidissimo canalone di neve. Più scarsa ancora è la quantit

Dal limite inferiore dei principali nevati persistenti sul lato nord delle Alpi Marittime, risulta un'altitudine di pressochè m. 2550 quale limite medio; questa cifra dimostra bene come la costituzione orografica modifichi profondamente le condizioni naturali di un paese.

Eravamo ai primi nevati. Il canale s’era allargato e la montagna intorno non aveva un filo d’erba. Era tutta una rovina di massi giganteschi, gran dadi rocciosi lucenti come un metallo, mezzo affondati in un terreno sabbioso, molle per la neve sciolta di fresco e per gli scoli del ghiacciaio.

Natale lo accompagnò fino al limite dei primi nevati e poi se ne tornò solo a casa. Verso la mezzanotte, Daniele con un suo pastore traversava il ghiacciaio dell’Aventina quando gli mancò sotto la neve e cadde in un crepaccio, rimanendo però ritto ed incolume su di uno scaglione di ghiaccio a pochi metri dalla bocca.

Anche il Gruppo del Matto contiene parecchi nevati, fra cui uno quasi pendente sul lato della grande parete nord, e due altri più bassi, quello inferiore scendendo forse sino a 2250 m.: essi hanno piccole morene frontali ed alimentano il rio del Latous. Assai più grande è il nevato che scende dalla sella fra le due punte principali (circa m. 3040) verso ovest; esso ha un declivio piuttosto dolce, molto più risentito però lungo le rocce meridionali, e contiene molte concavit