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Ricordava come spesso la fanciulletta salvata, che, essendo della plebe, veniva da lei a ricevere qualche beneficenza, le parlava del suo salvatore con tenero sentimento di gratitudine, e che a tali elogi essa, Rosina, provava una sodisfazione interna come se riguardanti una persona a lei cara ed appartenente, mentre peraltro trattava stessa da bambina nel dar peso ad un incontro galante e nulla più ed alle bizzarre parole di uno sconosciuto, il quale probabilmente non pensava più a lei. È vero che la camelia prima era appassita da gran tempo, ed il giovane straniero non aveva rinnovato il dono o il ricordo; ma essa aveva poi veduto avverarsi le fatte promesse, poichè, la sera in cui cadeva l'anniversario del loro primo colloquio, appunto un'altra camelia rossa era stata posta nell'appartamento, e in quella sera aveva riveduto colui il quale si era, dirò, con magico portento impadronito del suo cuore e della sua volont

Due gendarmi, infatti, presentarono a Concettella un grosso plico cui ella portò a Don Diego. Mentre Concettella si allontanava, uno dei gendarmi chiuse la porta e se ne cacciò in tasca la chiave. Poi entrambi entrarono nel salone. Don Diego leggeva la lettera ministeriale. Concettella usciva. I due gendarmi la respinsero nell'appartamento. Ella tremò.

Il giovane sorrise, inchinossi e cominciò in questi termini: «Vi rammenterete, o signora, che il signor conte ed il signor Enrico m'accompagnarono nell'appartamento del nord. Per tutto il tempo che vi rimasero non si presentò nulla di allarmante: appena furono partiti, accesi un buon fuoco nella camera, e sedetti presso al camino; aveva portato un libro per distrarmi, e confesso che tratto tratto io guardava qua e l

Ero un poco ansante, accaldato, agitato da una leggera ebrezza. Domandai: Dov'è Giuliana? Su, nelle sue stanze, ella rispose, ridendo. Io feci di corsa le scale, attraversai il corridoio, entrai franco nell'appartamento, chiamai: Giuliana, Giuliana! Dove sei? Maria e Natalia mi uscirono in contro con grandi feste, rallegrate alla vista dei fiori, irrequiete, folli.

Ella si era recata la mattina nell'appartamento di suo marito per dirgli questa parola magica: Io t'amo! Il conte Alessandro si collocava di nuovo tra il principe e lei come un abisso. Ritornata in camera, dopo la scena cui abbiamo raccontata alla fine del capitolo precedente, ella aveva dato ordine per la sua carrozza, e, d'un tratto, era venuta a Parigi.

Tornò quindi a riparlare delle sue inquietudini sulla sorte di Lodovico; e disse che, volendo far cessare tutte le ciarle e le paure, aveva l'intenzione decisa di passare una notte intiera nell'appartamento del nord. Emilia seriamente allarmata, unì le sue preghiere a quelle di Bianca per distoglierlo da tale progetto.

Con inchini striscianti, ma divorandola cogli occhi, il generale accompagnò la Signora nell'appartamento a lei preparato, e tornò nel suo a meditare sull'esecuzione dell'impresa tremenda. Nome indigeno dell'Etna. Una delle Garfagnani. Non per la prima volta egli vedeva quella seducente creatura, di cui la seduzione era tutto lo studio della vita.

Fu a Parigi nell'appartamento di via Glück, che Brunello ricevette da Nicla una lettera, la quale terminava così: «Ti prego di scrivere da ora in poi non più alla signorina Nicla Dossena, ma alla signora Nicoletta Barbano, casa Barbano, via Santa Margherita. Hai inteso bene, caro?». Bruno corse da suo padre a chiedere spiegazioni.

Dalla sala sontuosa adiacente a quella da pranzo, i due amici rimasti soli passarono nell'appartamento privato, composto di tre stanze: una da letto, un gabinetto per vestirsi ed uno studio. Entrarono in quest'ultimo. Era una stanza molto alta in proporzione della sua grandezza, dalle pareti e dalla volta ricoperte di velluto celeste, circondata su tutti gli angoli da una cornice nera intrecciata che seguendo poi l'arco della vôlta si riuniva nel mezzo al punto più alto in un rosone. Due pareti erano ornate da quattro magnifici dipinti di maestri della scuola Veneta; una larga finestra s'apriva sulla terza parete e su quella del fondo ammiravasi uno specchio circondato da una cornice in legno nero scolpita di un magnifico disegno barocco; sotto a questo un camino in marmo nero con un gran fuoco, una scrivania coperta di libri e carte, una libreria d'ebano intarsiato d'avorio, dei mobili di velluto celeste, bassi, soffici, orientali, una gran tavola coperta di mille ninnoli, di fiori, di miniature; qua e l

Più tardi, quando si potesse prendere un alloggio più grande, quando la «glauco-occhiuta e cerulo-venata» avesse una governante.... Ma per ora nell'appartamento 7, sinistro interno, della 82.ma Strada, non spirava aria propizia alla poesia.