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«Ma crede ella evitarmi, sfuggirmi con puerili precauzioni?... Ha dunque perduto la testa pel dolore, per l'amore?... Ah , questo suo spavento è prova che lo ama ancora....» , era ben Federico, che attendeva la duchessa nell'oratorio, ove lo aveva introdotto la vecchia governante. Era ben lui! E donna Livia all'entrare lo riconobbe tosto; credette svenire nuovamente in vederlo.

Giunti al culmine della torre, Elisenda spinse una porta ferrata e grave che ricadde dietro i passi d'Estebano. Eccoli nell'oratorio. Il cero santo arde per la morte del nonno ed illumina solo il religioso recinto.

Quella santa reliquia emanava una segreta aura di veleno. Quel cero, stillante la sua bava d'ossido su quella ruggine malsana e su quel serpe attortigliato, appariva bieco. Nell'oratorio si diffondeva sempre più un profumo: era la mollezza dell'oppio, l'acredine della canfora, la limpidezza dell'aloe, mista ad un altro inesprimibile olezzo.

Nello stesso modo che sovra il disco lunare l'astronomo contempla il riverbero diurno d'un altro emisfero, i due giovanetti contemplavano nella luna il raggio riflesso del loro timido amore. Elisenda ruppe prima il silenzio dicendo: Principe, volete seguirmi nell'oratorio? e s'incamminò verso una gradinata fosca; Estebano la seguì. Salirono nel buio l'uno dietro l'altra senza più dir parola.

Anch'io era del numero, ma arrestatasi la comitiva presso la rampa del castello e accortomi di qualche oscillazione per nuovi diverbi sui patti della resa, inutilmente avvertii di seguirmi il fratello Francesco e alcuni miei compatriotti di Lecco e, declinando il mio grado, presi per le spalle e scostai due buoni fantaccini galli, loro ordinando di lasciarmi il varco, ed essi sbalorditi e ignari aprirono le file e mi trovai libero fuori del maledetto cordone. Avevo prima visto il colonnello medico Bertani intento ai feriti nell'oratorio di Sant'Anna verso la met

Inoltre la compagnia di san Luca non era nata con intendimenti molto orgogliosi, ma solo perchè i maestri che allora vivevano, così della vecchia maniera greca, come della nuova di Giotto, ritrovandosi in gran numero e considerando che l'arti del disegno avevano in Toscana, anzi proprio in Firenze, avuto il loro rinascimento, s'erano consigliati di creare la detta compagnia, sotto il nome e la protezione di san Luca evangelista, per render lode e grazie a Dio nell'oratorio di quella, anco per trovarsi alcuna volta insieme e sovvenire nelle cose dell'anima e del corpo a chi, secondo i tempi, n'avesse bisogno.

E non avvennero catastrofi?.. È possibile?.. Il duca è gelosissimo... Tranquillati. Io feci cercare segretamente della vecchia governante, che m'introdusse dalla chiesa nell'oratorio del palazzo. Vidi donna Livia, mentre il duca era trattenuto da mio zio il superiore e dal principe degli Alberi. Ed aggiunse sorridendo: Oh non ho perduto un secondo! Mi pare.

Più volte traversò la corsia senza scopo, e, nell'oratorio, invece di recitare le solite preghiere, rimase assorta in riflessioni profonde, e tratto tratto fu udita sospirare: Sono quasi vecchia... Ma! Ma! Cosa fare?... Pensava al mondo cui aveva desiderato di tornare, e le pareva che fosse un deserto. Si hanno dei parenti, degli amici; ma col tempo i vecchi muoiono, i giovani si disperdono.