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Il custode della Margherita, a vederlo, era un coso lungo lungo e badiale, colla pelle tutta chiazzata e a mascherizzi, occhi guerci e suffornati in archi di ciglia setolose, capelli rossastri spartiti in sulla fronte, e tirati giù come una cornice barocca attorno a quel poco viso che lasciava discoperto una folta e sudicia barbaccia, da mettere nausea e spavento. Nasceva egli dalla valle d'Imagna nel Bergamasco; e i suoi buoni compatriotti supplivano allora, come anche oggidì, alla scarsezza del terreno col lavorar al tornio l'acero e il faggio delle loro selve in palle, mestole, taglieri, truogoli, zipoli e siffatti, che poi scendono a spacciare a Bergamo o a Milano. Anch'egli era stato dirizzato su quell'arte del mestolajo, come suo padre, come suo nonno, e il padre e il nonno del suo nonno; ma diverso in tutto da loro, sin da giovinetto gli era stato mutato il proprio nome di Macaruffo in quello di Lasagnone, perchè non sapeva piegar la schiena, e la poca fatica gli era una sanit
In mezzo alla solitudine selvaggia del capo Circeo, sul lembo estremo dell'antico dominio papale, questa iscrizione sul pallido marmo mi affascinò con tale forza storica, come se fosse di un passato molto più remoto e come se appartenesse alla stessa epoca della lapide che, nel palazzo municipale di Terracina, eterna la memoria del prosciugamento delle paludi pontine eseguito dal gran re dei Goti, Teodorico.
GIRIFALCO. Dimmi altro, se vuoi nulla. PILASTRINO. Oh! Va', ch'io voglio, per non cenar da me, venir teco io a casa tua. GIRIFALCO. Perdonami. Non posso. PILASTRINO. E perché questo? Oh! co! La cosa è guasta. Oh! che spilorcio! GIRIFALCO. Ho forestieri a casa. Un'altra volta, poi. PILASTRINO. Ed io che sono? Arei pensato aver luogo nel letto ove tu dormi. T'ho pure ancor fatto qualche piacer.
«Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle; pria che Beatrice discendesse al mondo, fummo ordinate a lei per sue ancelle. Merrenti a li occhi suoi; ma nel giocondo lume ch’è dentro aguzzeranno i tuoi le tre di l
Questo torrente si può chiamare l'unica vena di vita della montagna, perchè la sola angusta striscia di coltura in quel deserto di rupi si trova sulle sue sponde. Dopo un rapido corso si getta nel Sacco e con esso finisce nel Liri. Risalendo il Cosa, al punto in cui esso si apre con violenza la via per una stretta gola ai piedi di un'erta massa di rupi, giace Collepardo.
I mahari eccitati dalla correggia dei cavalieri, che serve nel medesimo tempo di frusta, in meno di quindici minuti attraversarono la foresta, la quale stendesi in lunghezza, sì a destra che a sinistra del Bahr-el-Abiad, da Chartum fino ad Machadat Abu Zet, su due miglia o poco più di larghezza.
«Lo squillo di campana è dato, sclamò il guardiano quand'ebbe letto è dato qui, a C...., a D...., per tutto in questa valle e nell'altre! Armiamoci e andate, o popoli, che Dio v'accompagni a sterminare quei giacobini maledetti, i quali vogliono discendere fra voi, a vuotarsi i granai, a contaminarvi le donne, a porre le mani nel sangue dei vostri sacerdoti! Volgetevi da quella banda: (tutti si volsero a guardare i monti di San Giacomo e del Settapani, che si vedevano assai bene, ammantati dal verde primaverile) vedete lassù? Ciò che ora è verde diverr
La guerra!... Vi era dunque nel mondo un male che Alessandrina Ravizza non poteva nè impedire, nè guarire?...