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Ma, se non me ti togli dinanzi, cosí donna come sono, ti caverò cotesti occhi con i diti, e ti strapparò il naso dalla faccia con i denti; e me ne insanguinarei insino all'unghie, cane ingrato e disconoscente. EROTICO. O che tu sei fuora di te o che ti sogni? che diavol t'ho fatto io, che non puoi temprar la lingua dall'ingiurie e narrarmi il fatto come passi?

Così press’a poco avviene per quello spirito ben più diffidente che si chiama l’Amore. Lord Pepe, assaporando il petto e le cosce di quella rotonda pernice, prese a narrarmi le intime storie de’ suoi amori con Litzine. Litzine la bionda, la pura come una educanda, l’azzurro-venata come un alabastro, Litzine dalla gola di colomba, chiara e docile, distratta e sapiente...

Una sola volta dopo d'allora m'ero creduto di poterlo riabbracciare guarito. Ed era stato quando da Genova m'aveva scritto una lettera di fuoco per narrarmi tutta la fascinatrice bellezza d'una Idea di Umanit

Quando il sorriso illuminava i suoi calmi occhi, pareva che le spuntasse tra le ciglia un orlo di minutissime scintille. Da principio anch’ella taciturna, divenne improvvisamente loquace. Il suo mantello verde non era più così verde; si spegneva. E cominciò a narrarmi una dopo l’altra, senza pause, con volubilit

«Roberto, più che voi non credete sono assuefatto a sentire la sciagura; voi non potrete narrarmi nessuna gran cosa ch'io non abbia immaginata o sentita: volge assai tempo che mi trovo disposto a tutto; parlate, io vi prometto di non ritirare il perdono.» «Lo giurate?» «Lo giuro.» «Padre, in cortesia, ricevetene il giuramento

E senz'altro s'avviò a narrarmi le lotte intestine di Sulzena, in cui egli solo teneva testa al presbiterio e al sindaco alleati. Io non gli credevo gran fatto; domandai di Mansueta. Ah, la serva... morta. Ma domenica ventura... Morta quando?

Per qualche tempo Raimondo non disse motto; io dal mio canto taceva. Le fiammelle del candelabro guizzavano dinanzi ai nostri occhi, mescendo il loro debole crepito al nostro respiro. Mi trassi più presso al mìo amico, ed appoggiai le mani sulle sue ginocchia. Egli mi guardò, lasciò cadere il capo un istante, poi lo rialzò d'un tratto, e prese a narrarmi la storia del suo dolore.

Tornando a Portoferraio, fui consolato dal bel chiaro di luna, che seppe narrarmi molte cose. Al chiaro di luna si osservano meglio le rovine e si medita meglio sui ricordi d'ogni specie; il fascino di una luce incerta si accorda così bene con tutto ciò che c' è di transitorio e di fugace!

Ma egli continuava a narrarmi di tante piccole circostanze sentimentali per cui pensai che almeno nell'anima di lui, se non davanti agli occhi suoi, la figura della misteriosa benefattrice doveva essere impressa come una delle più delicate e suggestive. Mi scriverete ancora qualche volta? chiesi al mio amico sul punto di lasciarlo. Ma certamente.

La signora Lorini ascoltava con emozione vivissima. Povera fanciulla! andava mormorando: povera fanciulla! E quando Marco ebbe finito: Mi sembrava impossibile, disse, che ella ci avesse ingannati.... E non potrò vederla? Per ora no: è un po' ammalata. Ma se mi recassi da lei a Rimini? No: per ora, credetelo, val meglio non agitarla. Siete venuto per narrarmi tutto questo, è vero?