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Ma perché Malebolge inver’ la porta del bassissimo pozzo tutta pende, lo sito di ciascuna valle porta che l’una costa surge e l’altra scende; noi pur venimmo al fine in su la punta onde l’ultima pietra si scoscende. La lena m’era del polmon munta quand’ io fui , ch’i’ non potea più oltre, anzi m’assisi ne la prima giunta.

Di ciò ebb’ io esperïenza vera, udendo quello spirto e ammirando; ché ben cinquanta gradi salito era lo sole, e io non m’era accorto, quando venimmo ove quell’ anime ad una gridaro a noi: «Qui è vostro dimando». Maggiore aperta molte volte impruna con una forcatella di sue spine l’uom de la villa quando l’uva imbruna,

Qui si tacette; e fecemi sembiante che fosse ad altro volta, per la rota in che si mise com’ era davante. L’altra letizia, che m’era gi

lo gel che m’era intorno al cor ristretto, spirito e acqua fessi, e con angoscia de la bocca e de li occhi uscì del petto. Ella, pur ferma in su la detta coscia del carro stando, a le sustanze pie volse le sue parole così poscia: «Voi vigilate ne l’etterno die, che notte sonno a voi non fura passo che faccia il secol per sue vie;

Chi dietro a iura e chi ad amforismi sen giva, e chi seguendo sacerdozio, e chi regnar per forza o per sofismi, e chi rubare e chi civil negozio, chi nel diletto de la carne involto s’affaticava e chi si dava a l’ozio, quando, da tutte queste cose sciolto, con Bëatrice m’era suso in cielo cotanto glorïosamente accolto.

Ma perché Malebolge inver’ la porta del bassissimo pozzo tutta pende, lo sito di ciascuna valle porta che l’una costa surge e l’altra scende; noi pur venimmo al fine in su la punta onde l’ultima pietra si scoscende. La lena m’era del polmon munta quand’ io fui , ch’i’ non potea più oltre, anzi m’assisi ne la prima giunta.

tosto come in su la soglia fui di mia seconda etade e mutai vita, questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, e bellezza e virtù cresciuta m’era, fu’ io a lui men cara e men gradita; e volse i passi suoi per via non vera, imagini di ben seguendo false, che nulla promession rendono intera.

Io m’era mosso, e seguia volontieri del mio maestro i passi, e amendue gi

Temp’ era dal principio del mattino, e ’l sol montava ’n con quelle stelle ch’eran con lui quando l’amor divino mosse di prima quelle cose belle; ch’a bene sperar m’era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l’ora del tempo e la dolce stagione; ma non che paura non mi desse la vista che m’apparve d’un leone.

Io mi tacea, ma ’l mio disir dipinto m’era nel viso, e ’l dimandar con ello, più caldo assai che per parlar distinto. Beatrice qual Danïello, Nabuccodonosor levando d’ira, che l’avea fatto ingiustamente fello; e disse: «Io veggio ben come ti tira uno e altro disio, che tua cura stessa lega che fuor non spira.