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Non fatemi dunque brutto viso se vi ripeto quel mio «non me ne sono accorto»; che è quanto dire che, tra le otto o dieci donne da me udite parlare, il caso non me n'ha fatta capitare una che desse indizio di such a great deal di criterio. Sta a vedere diss'io tra me stesso che mylord si butta nelle sofisticherie! E lo pregai che mi citasse dove, come ed in che avesse scorto mancanza di criterio.

Egli continuava a bere e taceva. Tornai ad interrogarlo. Tacque ancora un buon pezzo; poi ruppe il silenzio con un sorriso: Eh! mi disse, , belle davvero. Ed eleganti diss'io e cortesi e piene di bei modi. Mylord P... andava ripetendo le mie parole in segno d'approvazione; ma non ci metteva nulla del suo: la voce non gli correva lesta sul labbro.

Mylord P... non avrebbe cessato mai d'infilzare esempi di tal fatta, s'io, stucco e ristucco, non gli avessi detto di finirla e ch'egli andava cercando il pelo nell'uovo. Ah ! rispose voi siete noiato; e questa noia vostra è appunto il miglior trionfo per me. Confessate dunque che quel mio «non me ne sono accorto» non era fuor di luogo. Io non diceva parola, fiatava pure.

Amereste voi gridò mylord, amereste voi che la prediletta del vostro cuore fosse una delle nonsensical creatures di cui v'ho parlato? No, mylord; no davvero; no, no, no. Ma non sono poi tutte cosí. Ve ne mostrerei a centinaia, che fanno proprio la consolazione del savio. Domani vi condurrò io a casa... Domattina sarò in viaggio per Londra disse mylord; intanto buona notte. |Grisostomo|.

Fatemi un favore gli dissi; parlatemi schietto. Voi di certo derivate da qualche accidente individuale un giudizio che credete di dovere estendere all'universale. Su via, lasciate ogni mistero. Siamo amici rispose mylord; non entriamo dunque in guai.

Erano le undici di sera; e mylord P... stava bevendo meco a quattr'occhi una tazza di ; e svagandosi d'argomento in argomento cosí alla buona, parlava e diceva cose che mostravano in lui una conoscenza squisita del mondo, una finezza singolare d'intendimento.

Qui mylord me ne canticchiò una dozzina, indicandomi a un per uno l'occasione in cui avevali uditi adoperare. In totale mylord non era poi tanto su' cavilli. Ma io l'interruppi gridando: Minuzie minuzie! Minuzie? diss'egli. Minuzie per chi ci beve grosso.

Ma questa corda non fa al proposito; non tocchiamola adesso. Eppure mylord P..., con tutta la sua cordialitá, non lasciò di versarmi anch'egli sull'anima una goccia d'amarezza. Non è male che il pubblico ne sappia il come.

Proseguii a dire nondimeno come in esse non è penuria d'ingegno, come in generale l'educazione loro va ogni di piú migliorando, come una delle lor doti principali è la giustezza del criterio. Ingegno, educazione diceva mylord, pretty well . Criterio..., può anche essere; ma non me ne sono accorto. Il sangue mi si rimescolò. Gli occhi miei erano fissi bruscamente negli occhi di mylord.

Mylord P..., ch'io conobbi questi di addietro in Milano, è veramente uomo di garbo. La sua conversazione mi compensò alquanto della ruvida ed insipida breviloquenza, di che alcuni suoi compatrioti avevano qualche tempo innanzi premiata l'officiositá mia, per modo ch'eglino soli pareva si tenessero per individui della specie umana. Superbia per veritá ridicola.