United States or Israel ? Vote for the TOP Country of the Week !


Si me ce so' trovata, sor Ghetano? Quanno vennero giù, stavo sotto! Faceveno er trapeso americano; Quanno quello più basso e traccagnotto, Facenno er mulinello, piano piano, Se mésse sur trapeso a bocca sotto, Areggenno er compagno co' le mano. Mentre stamio a guarda', tutt'in un botto Se rompe er filo de la canoffiena, Punfe!, cascorno giù come du' stracci.

E siccome la vergine incominciava più disperatamente che mai a fare il mulinello col suo pudore, egli si affrettò a soggiungere ingrossando la voce: Il bianco della sua veste può infiammargli la retina, è meglio la si tiri in disparte. Lo stesso consiglio fu dato con un cenno dal dottor Q...; e allora Agenore dimenticò la prudenza e trasse dolcemente la signorina dietro il seggiolone.

Colui fece un ghigno strano di compiacenza, da disgradarne quel suo compare; e brandendo a mezzo con rapido gesto la grossa canna d'India armata d'un pome di piombo, se la rigirava di sopra il capo, facendo mulinello con certa sua braveria, che scompigliò un poco e fe' bestemmiar fra i denti gli astanti e la bottegaia dal suo banco.

Curiosa come donna e come cuginetta, Ernesta assediò di domande Agenore, il quale si tenne sulle sue un pezzo, finchè un bel giorno, in faccia ai due coniugi riuniti, uscì in questo aforisma balzano: «Ogni donna è un'amazzone, o combatte colla civetteria o col pudore; la civetteria, che assalisce da lontano e tira a cimento i paladini, può fallire; il pudore no; è impossibile accostarsi ad una donna che faccia il mulinello con quello spadone a due tagli senza buscarsele.

Alla prima approvazione scherzosa, che era di Ernesta, la cuginetta rizzò il capo ed appuntò le labbra pronta a combattere come un'eroina; alla seconda approvazione, ch'era del dottore, chinò gli occhi a terra al par d'una vergine imbelle. Non ha altr'arme che il pudore, ma evidentemente ne abusa pensò Agenore fa il mulinello continuo.

Lui, il biondino, al quale era destinato il vestito bianco, se ne stava seduto comodamente sul seggiolotto e si divertiva a far fare il mulinello a un grosso bottone, infilato in una gugliata di refe. Gira, gira e gira, il bottone finiva sempre collo schizzargli nel naso e allora erano pianti, guai, disperazioni.

Corpo di Dio! dissi tra me e me e mi slanciai innanzi con tale salto che certo non potrebbe di più la tigre quando dal suo nascondiglio della foresta si slancia sulla preda. Ma le tenebre furono la mia preda. Invano volteggiai a mulinello per un pezzo colle braccia tese quanto potevo colla speranza d'incontrare quel demonio in gonna.

Porgevo orecchio alla sua conversazione briosa, da cui non usciva un'idea, e mi pareva che quel mulinello di parole mi parlasse di un mondo che io non aveva ancor visto da vicino, un mondo in cui le signore vestono di velluto e di seta, ed i signori portano l'occhialetto.