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Il cavaliere era più morto che vivo, ed ebbe appena fiato di dirmi il suo nome, e d'invitarmi pel domani al suo castello di Belvedere, che sorgeva a tre miglia del luogo della scena. L'uomo che io trassi da quel pericolo era niente meno che il conte Roberto G. di Trento, un gran signore che possedeva dei beni in diverse parti del Tirolo.

Dove, morto giá Eugenio III ed Anastasio IV , pontificava Adriano IV, ma poteva il nuovo senato; e sott'esso quell'Arnaldo da Brescia, il condannato d'eresia, predicante per il senato contro al papa.

Guglielmo si vedea di Monferrato fra quei che morto avean la brutta fera; ed eran pochi verso gl'infiniti ch'ella v'avea chi morti e chi feriti. 54 In giuochi onesti e parlamenti lieti, dopo mangiar, spesero il caldo giorno, corcati su finissimi tapeti tra gli arbuscelli ond'era il rivo adorno.

Non mi distolsi dal guardare verso il corridoio, pur comprendendo che quegli aveva paura. Io mi sentivo tranquillissimo, senza diffidenza.... Dieci minuti di intensa aspettazione.... e la donna uscì fuori dalla tenda. Ha veduto? disse. No. Non li hai veduti? esclamò il mio amico quasi balbettando. Era pallido come un morto. Sette soggiunse.

CRICCA. Se pur guarisco non sarò mai piú uomo. ALBUMAZAR. Sei vivo per me. Or alzati, ch'è passato quell'influsso maligno, e guai a te s'io non avessi remediato. Or va' e schernisci l'arte dell'astrologia! CRICCA. Chiamatemi un medico che mi medichi. ALBUMAZAR. Ti dico che stai bene: alzati su. CRICCA. Se ben pare che stia bene cosí di fuori, di dentro son tutto morto, oh oh!

Il gusto per la poesia non è mai tramontato fra i Romani, che, come tutti gl'Italiani, amano i versi; il popolo di tutte le classi sociali spande a piene mani sonetti e canzoni, non appena un'occasione si presenta. C'è uno sposalizio? Sonetti. Nasce un bambino? Sonetti. Si laurea uno studente? Sonetti. Si veste una monaca? Sonetti. Viene sepolto un morto? Sonetti. Si festeggia un Santo? I sonetti piovono. Un monsignore è fatto vescovo? egli cammina su un tappeto di sonetti con le sue calze paonazze! Questi parti poetici d'occasione si raccoglievano un tempo nelle Accademie, nelle quali gl'ingegni erano legalizzati e ricevevano il bollo della scuola poetica tradizionale. Il furor academicus, una vera peste nel secolo XVII non soltanto in Italia, ma anche fuori, è ora del tutto sopito, e se a Roma ci sono ancora degli Arcadi, dei Quiriti, dei Tiberini, e anche degli accademici della S. Concezione, non si deve ricercare in essi un intendimento letterario. L'Arcadia, fondata alla fine del secolo XVII da Crescimbeni e da Gravina, il maestro e protettore del Metastasio, ha una fama mondiale. Il suo nome e il suo simbolo, una zampogna, bene delimitano gl'innocui campi, in cui cercava asilo la poesia dei Romani, e si conviene anche bene alla storia della citt

All'indomani mattina, quand'io mi destai, trovai il mio povero Gin morto; una gomma verdastra gli esciva dalle nari. Allora mi sovvenne di non aver visto Flibbertigibbet pagare il prezzo della scommessa a Ram

Morto Roberto Jannacone! pensava: il pianto non gli usciva, i singhiozzi gli facean groppo alla gola. In un attimo fu alla prigione di Roberto avanti che altri vi arrivasse: tenea sempre in mano il decreto, che rendeva la libert

Trovò nel prezioso cassettino di ebano, tutto odoroso di profumi antichi, tutto pieno di morticini sotto la forma di un braccialetto, di un ditale, di un frammento di marmo, di un brandello di merletto, di una perla smarrita, queste tre lettere che formano un morto solo che furono un sol lutto. 12 Maggio...

Venatio. Non piú rispose l'asino non piú parole. Io non niego che non debbiano essere ascoltate ed ubbidite loro leggi oneste e pie, vitupero io in tutto loro decreti e canoni o regole del ben vivere. Non sono io di coloro che forse v'immaginate, ma di Cristo e vivo e morto, al quale io servo e servire voglio nel suo dolce e grazioso evangelio, di servirgli sarò mai sazio.