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Se d'ordinato e regolar costume giammai l'uso mortal restasse privo, puoterlo aver da l'api si presume, né l'uomo forse l'averebbe a schivo; ché, stando elle di notte ne' lor piume si il stato per servar sí il rege vivo, la vigil guarda sempre a l'uscio ascolta, cascando a queste e quelle la sua volta. «Nunquam oportet domum esse sine custode». ARIST.
Egli è colui che ai sopportanti oltraggio In guiderdone offre onoranza eterna; Colui che i fati del mortal lignaggio E il ciel governa. Misericordia ed equit
Vedi come l’ha dritte verso ’l cielo, trattando l’aere con l’etterne penne, che non si mutan come mortal pelo». Poi, come più e più verso noi venne l’uccel divino, più chiaro appariva: per che l’occhio da presso nol sostenne, ma chinail giuso; e quei sen venne a riva con un vasello snelletto e leggero, tanto che l’acqua nulla ne ’nghiottiva.
Ma chi pensasse il ponderoso tema e l’omero mortal che se ne carca, nol biasmerebbe se sott’ esso trema: non è pareggio da picciola barca quel che fendendo va l’ardita prora, né da nocchier ch’a sé medesmo parca. «Perché la faccia mia sì t’innamora, che tu non ti rivolgi al bel giardino che sotto i raggi di Cristo s’infiora?
Tal su dorato seggio in se romita Altieramente i suoi pensier consiglia, E del risco mortal nulla smarrita A gran pittura ella volgea le ciglia: Ivi è, che larga de la nobil vita La terra con acciar facea vermiglia La Romana Lucrezia, e per diletto D'alta onest
Che se ignobile in terra orma sovente Stampa il mortal che pio fu giovanetto, Non è gi
E tale in que' momenti era il baleno Della luce divina in me raggiante, Che il patir mi parèa di gioia pieno, E leve il ferro mi parea alle piante. Oh di Spielbergo semplice chiesuola, Ove non s'alzan preci altre giammai, Che del mortal che cingesivi la stola, E di viventi infra catene e guai, Ah, in te risplende pur Quei che consola! Quei, che del fiacco non respinge i lai!
si` vid'io li`, ma di miglior sembianza secondo l'artificio, figurato quanto per via di fuor del monte avanza. Vedea colui che fu nobil creato piu` ch'altra creatura, giu` dal cielo folgoreggiando scender, da l'un lato. Vedea Briareo, fitto dal telo celestial giacer, da l'altra parte, grave a la terra per lo mortal gelo.
Ed egli alto gridò, ben che ferito, Vibrando il brando con altier sembianti: Empi, nemici al ciel, cotanto ardito Un sia di voi, che si sospinga avanti. Sì disse, e fu quel dir per l'aria udito Qual rimbombo di fulmini tonanti, Sì l'Angel suo, ch'a lui vicin sen vola Fe' grande il suon de la mortal parola.
e tu, figliuol, che per lo mortal pondo ancor giu` tornerai, apri la bocca, e non asconder quel ch'io non ascondo>>. Si` come di vapor gelati fiocca in giuso l'aere nostro, quando 'l corno de la capra del ciel col sol si tocca, in su` vid'io cosi` l'etera addorno farsi e fioccar di vapor triunfanti che fatto avien con noi quivi soggiorno.
Parola Del Giorno
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