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11 E giunse, traversando una foresta, a piè d'un colle ad una chiara fonte, ne l'ora che 'l monton di pascer resta, chiuso in capanna, o sotto un cavo monte. E dal gran caldo e da la sete infesta vinto, si trasse l'elmo da la fronte; legò il destrier tra le più spesse fronde, e poi venne per bere alle fresche onde.

E 'l buon maestro, sanza mia dimanda, mi disse: <<Guarda quel grande che vene, e per dolor non par lagrime spanda: quanto aspetto reale ancor ritene! Quelli e` Iason, che per cuore e per senno li Colchi del monton privati fene. Ello passo` per l'isola di Lenno, poi che l'ardite femmine spietate tutti li maschi loro a morte dienno.

57 Altra fiata che fe' questa via, udì da Malagigi, il qual seco era, che settecento volte che si sia girata col monton la quarta sfera, questa la più ioconda isola fia di quante cinga mar, stagno o riviera; che, veduta lei, non sar

GIACOMINO. Cappio, chiama quei smargiassi forastieri che alloggiano di sopra, ché diano quel castigo a costui che merita. SPAGNOLO. Con un tajo ó un rebés haré mil pedazos a cuantos quisieren echarme de aquí. CAPPIO. Vado a chiamarli. GIACOMINO. Camina presto. SPAGNOLO. Y llama todos los bandoleros de Flandes y todos los diablos del infierno, que de todos haré un monton.

Phebo in thessaglia ardente e luminoso Fessi pastor per Daphne e fessi in vano Neptun si fece in un monton lanoso E in un torno iuvenco humile & piano In un cavallo ardito e furioso Mutossi Achille, de sembiante humano Per euridice, Orpheo nel centro scese. E pluto de proserpina se accese

In cento parti Gli aspri monton colla ferrata fronte Urtan, doppiando i colpi, il saldo muro, E ne tremano i boschi, e n'ha spavento L'onda del Lario e il monte alto ne geme. E di tant'armi il fulminar non lascia Le conquassate torri e i merli e i tetti, I cari tetti che gi

E ’l buon maestro, sanza mia dimanda, mi disse: «Guarda quel grande che vene, e per dolor non par lagrime spanda: quanto aspetto reale ancor ritene! Quelli è Iasón, che per cuore e per senno li Colchi del monton privati féne. Ello passò per l’isola di Lenno poi che l’ardite femmine spietate tutti li maschi loro a morte dienno.

E ’l buon maestro, sanza mia dimanda, mi disse: «Guarda quel grande che vene, e per dolor non par lagrime spanda: quanto aspetto reale ancor ritene! Quelli è Iasón, che per cuore e per senno li Colchi del monton privati féne. Ello passò per l’isola di Lenno poi che l’ardite femmine spietate tutti li maschi loro a morte dienno.