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È da notarsi che non pochi degli organizzatori dei Fasci appartenevano alla classe borghese; alcuni sono agiatissimi, come il Ballerini; pochi ricchissimi vengono dall'alta aristocrazia, come il marchese di Montemaggiore e il principe di Cutò. L'organizzazione era abbastanza semplice e logica.

Il Marchese di Montemaggiore colla morte del padre divenuto principe di Baucina pare abbia cambiato improvvisamente di opinione. Credo che erroneamente un autorevole giornale di Roma abbia scritto che la organizzazione dei Fasci sia stata modellata su quella dei Sindacati e delle Camere del lavoro di Parigi; e l'errore venne ripetuto dal Cavalieri nella Nuova Antologia. Il sig.

Di Montemaggiore risposero: Biagio Valvo, Carmelo Lo Cicero, Cruciano Mesi, Pietro Salpietra, Angelo Mazzarese, Antonino Berretta. Di Prizzi: Luciano D'Aquila, Paolo e Filippo Gaucitano, Raimondo Sarese, Francesco Maral

Contemporaneamente altre bande si fortificavano a Nerola, Moricone, Montemaggiore, Montelibretti; piccoli e deserti luoghi della Sabina. Sono veri aggruppamenti di case in cima ad aspre rupi, dalle quali emerge la chiesa, e qualche torre medioevale diroccata, e il grandioso castello baronale, del tempo in cui gli Orsini dominavano tanta parte della Sabina.

Nelle scaramuccie di Corese e di Mentana i pontifici hanno la peggio: le schiere dei volontari occupano Nerola, Vicovaro, Ferentino, e i loro sforzi si dirigono verso la capitale. Menotti Garibaldi con cinquecento giovani si spinge fino a venti miglia da Roma. Gli zuavi che lo attaccano sono battuti e respinti fino a Montemaggiore, dove si fortificano.