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Ma, lettor mio buono, quei due ragazzi uscivano dalla scuola del Beloch, dunque erano di fabbrica tedesca. Di fabbrica tedesca erano anche, secondo il Beloch, sebbene erano e sono italianissimi, il De Sanctis e il Pais, scolaro del Mommsen.

Perciò, per un effetto di prospettiva, li vediamo giganteggiare dinanzi ai nostri occhi, e ne restiamo stupefatti. E questa vicinanza implica un'altra illusione. Il momento glorioso del pensiero e dell'arte germanica è oramai tramontato. Incominciato, a tracciar grandi linee, con Bach, con Winckelmann, con Lessing, si può dire concluso con Heine, con Mommsen, con Wagner.

Era anche questa, come tutte le asserzioni dei germanofili, una solenne impostura. Anche come editori, i tedeschi sono stati grandi. Sono stati grandi, sebbene a loro modo ma sarebbe stolto pretendere che un uomo o un popolo tradiscano il proprio genio nel periodo eroico degli studî, che va, su per giú, dal Winckelmann al Mommsen. Allora ebbero studiosi che consacrarono tutta la loro vita ad un autore, magari di quart'ordine, e riuscirono a stamparlo in modo pressoché ineccepibile. Ma ultimamente buona parte degli studiosi tedeschi erano divenuti mestieranti e cerretani della peggiore specie. Il libro d'erudizione tedesco si spacciava assai in tutto il mondo, grazie alla connivenza idiota o furbesca di tutti gli affiliati alla onorata societ