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Girardi andò sul tavolato con un: dio cane! Seneci fece loro la raccomandazione del fazzoletto. Romussi ci raccontò che gli agenti erano andati al Secolo a perquisire la redazione, a far scomporre il giornale e ad arrestare tutti i redattori che vi si trovavano. Non vi hanno trovato che il direttore ed un redattore. Negli uffici vi erano parecchie persone, come l'Antongini e il Missori.

Con Missori giunsero pure dei bravi Calabresi che ci giovarono assai nell'espugnazione di Reggio, essendo praticissimi del paese.

Il maggiore Missori ed io, invitato il nostro ospite a scendere di sella, ci appartammo seco lui per chiedergli particolareggiate informazioni sullo stato delle cose.

Si fecero i fasci d'armi in un campo fuori del villaggio e poi si ritirarono tutti i fucili e le munizioni, con incarico a chi scrive di procacciarne i mezzi di trasporto fin dentro il confine. A notte Missori partì colla colonna inerme e uno stesso garbatissimo ufficiale di cavalleria mi provvide al buio i carri pel trasporto della merce di contrabbando.

La sera del 10 ottobre io entrai nella stanza del circolo con la tabella in mano dell'ordine del giorno. Dunque dimani lo champagne a Napoli, disse il tenente colonnello Missori. Chi paga? dimandò il capitano Zasio. Paga Mario, oggi promosso capitano, Pagherò, salvo il caso di forza maggiore. Ecco l'ordine del giorno. E lessi.

Per ordine di Missori, il capitano Federico Salomone aveva gi

Il necessario però ne faceva omai difetto, pane, carne e vino più non v'erano se non in qualche casa ospitale; quando ne capitava il destro si mangiavano dei montoni rosolati sulle baionette, dei quali la Comarca abbonda, si beveva a rinforzo qualche gotto d'acquavite, il colonnello Missori pagò cinque lire un mozzicone di sigaro e nelle pipe si fumava corteccia di viti e persino odoroso e vaporoso assenzio in semini comperati dal farmacista.

Garibaldi, Missori e il giovane Bertini erano a poca distanza; l’ufficiale napoletano non se ne accorse, intento a correre per riprendere un cannone che i garibaldini avevano preso al nemico; ma i cacciatori borbonici sono ricevuti dalle fucilate dei nostri e ritornano indietro.

Missori, Nullo, Zasio, Caldesi ed io, nauseati della frega adulatrice e vanitosa di molti uffiziali d'assidersi in mostra vicino al generale, ci raccoglivamo invariabilmente al lato opposto della mensa.

Giunto presso Caserta all'alba, inviai il colonnello Missori, con alcune delle sue guide a cavallo, ad esplorare il nemico: ciocchè egli eseguì da quel prode cavaliere che si conosce; ed io mi recai in citt