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e però ch’io mi sia e perch’ io paia più gaudïoso a te, non mi domandi, che alcun altro in questa turba gaia. Tu credi ’l vero; ché i minori e ’ grandi di questa vita miran ne lo speglio in che, prima che pensi, il pensier pandi; ma perché ’l sacro amore in che io veglio con perpetüa vista e che m’asseta di dolce disïar, s’adempia meglio,

Passano ignoti per ignote strade, fin che cessa la pioggia e il giorno appare: giungono a un piano vasto come il mare, magnifico di biade. E caste madri e giovani e vegliardi da la libera festa del lavoro tra l’erbe verdi e tra le spiche d’oro miran con dolci sguardi

Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino, Lucrezia, Iulia, Marzïa e Corniglia; e solo, in parte, vidi ’l Saladino. Poi ch’innalzai un poco più le ciglia, vidi ’l maestro di color che sanno seder tra filosofica famiglia. Tutti lo miran, tutti onor li fanno: quivi vid’ ïo Socrate e Platone, che ’nnanzi a li altri più presso li stanno;

Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino, Lucrezia, Iulia, Marzïa e Corniglia; e solo, in parte, vidi ’l Saladino. Poi ch’innalzai un poco più le ciglia, vidi ’l maestro di color che sanno seder tra filosofica famiglia. Tutti lo miran, tutti onor li fanno: quivi vid’ ïo Socrate e Platone, che ’nnanzi a li altri più presso li stanno;

<<Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle: pria che Beatrice discendesse al mondo, fummo ordinate a lei per sue ancelle. Merrenti a li occhi suoi; ma nel giocondo lume ch'e` dentro aguzzeranno i tuoi le tre di la`, che miran piu` profondo>>. Cosi` cantando cominciaro; e poi al petto del grifon seco menarmi, ove Beatrice stava volta a noi.

Levasi da 'l gran letto in su l'aurora la mia donna; e la sua forma ninfale tra le diffuse chiome a l'aria odora e a 'l sol risplende più bianca del sale. Tutta di gocce tremule s'irrora ne 'l lavacro di marmo orientale. Miran le statue a torno quella pura forma e tessuta ad arte in su le mura ride la greca favola d'Onfale.

e pero` ch'io mi sia e perch'io paia piu` gaudioso a te, non mi domandi, che alcun altro in questa turba gaia. Tu credi 'l vero; che' i minori e grandi di questa vita miran ne lo speglio in che, prima che pensi, il pensier pandi; ma perche' 'l sacro amore in che io veglio con perpetua vista e che m'asseta di dolce disiar, s'adempia meglio,

e però ch’io mi sia e perch’ io paia più gaudïoso a te, non mi domandi, che alcun altro in questa turba gaia. Tu credi ’l vero; ché i minori e ’ grandi di questa vita miran ne lo speglio in che, prima che pensi, il pensier pandi; ma perché ’l sacro amore in che io veglio con perpetüa vista e che m’asseta di dolce disïar, s’adempia meglio,

'E' pur convien che novita` risponda' dicea fra me medesmo 'al novo cenno che 'l maestro con l'occhio si` seconda'. Ahi quanto cauti li uomini esser dienno presso a color che non veggion pur l'ovra, ma per entro i pensier miran col senno! El disse a me: <<Tosto verra` di sovra cio` ch'io attendo e che il tuo pensier sogna: tosto convien ch'al tuo viso si scovra>>.

'E' pur convien che novita` risponda' dicea fra me medesmo 'al novo cenno che 'l maestro con l'occhio si` seconda'. Ahi quanto cauti li uomini esser dienno presso a color che non veggion pur l'ovra, ma per entro i pensier miran col senno! El disse a me: <<Tosto verra` di sovra cio` ch'io attendo e che il tuo pensier sogna: tosto convien ch'al tuo viso si scovra>>.