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E che balli! Uno dei più graditi e forse dei tenuti più in conto, era il minuetto, espressione della societ

La pazzia che mi era salita alle tempia, soffiava anche su di loro e li travolgeva, la musica dettava e rinnovava angoscie e rapimenti pure seguendo fedelissima le note scritte; il minuetto digradava in ridda, pure serbando la struttura della danza aulica, ma gli amanti, smarriti, incoscienti del luogo e della folla, attingendo scambievolmente uno dall’altro per gli occhi la vita che fuggiva, estatici, deliranti, impallidivano visibilmente come oppressi da una stanchezza mortale.

Ricordo benissimo: era il minuetto di Boccherini, lo conoscevo a menadito, perchè dunque quello sgomento? Nel mormorio confuso che saliva dalla sala era impossibile distinguere una sola parola, eppure, sapevo, come se avessi inteso il loro discorso, sapevo che la contessa avrebbe ballato quel minuetto col cavaliere di Valesa.

La scopa, la scopa ribattè il misantropo, divincolandosi tra le strette di Ezio che cercava di fargli ballare un minuetto. Quando fu possibile avviare un discorso ragionevole, Cresti insegnò a Flora come dovesse trinciare minutamente delle foglie di cavolo, ammollarle nel latte in una scodella, e come dovesse a poco a poco imboccare i coniglietti.

Anne-Marie! è la musica che ti fa piangere? chiese. La piccina la tenne stretta, e non rispose. Nancy la indusse con mille carezze a tornare nel letto; e la ricoprì e la baciò e la lasciò nel buio. La porta tra di loro rimase aperta. Nancy al suo tavolino udiva la melodia tenera della «Berceuse» di Grieg e il gaio staccato del «Minuetto» di Händel.

Mentre si ballava un minuetto, accaldata e inuggita, io trovai modo di guizzare in giardino e di sedere su una panchina presso la cancellata. La soave musica di Boccherini arrivava a me attenuata dalla distanza. Il giardino rischiarato dalle lampadine elettriche, pareva avvolto nel chiarore dalla luna. Ero da alcuni minuti, quando udii un bisbiglio, un brusío sommosso, al di l

Stringevo l’arco con mano rabbiosa, come se dovessi con quello far segno al loro destino che li tradisse. Non so come perchè, mi pareva che in quel minuetto dovessi entrarci ancor io a fare il terzo fra di loro; mi dicevo: a me! come se mi accingessi ad agire e intanto la coppia aveva preso il mezzo della sala e i primi accordi bisbigliavano pianissimo. Che c’era mai sulle corde del mio violino? Di che pece le avevo confricate? Forse le scintille che rendevano al tocco dell’arco non erano visibili alla gente ma io le sentivo avventarsi in me e saettarmi. I primi inchini furono lenti e strisciati come la musica, ma gi

Poi camminando all'indietro, e intercalando quella marcia retrograda con riverenze da minuetto, uscì dal salotto. La principessa e il prelato rimasero soli. Regnò qualche momento di silenzio. Monsignor Pagni fu il primo a romperlo, dicendo: È qualche tempo ch'io vedo una nube sulla fronte della mia cara cugina. Luigia, v'è qualche cosa che vi addolora. Nulla; v'ingannate, monsignore.

Asciutto, smilzo, pallido, nel costume damaschinato che lo serrava come un guanto, le calze candide, le sottili scarpe da ballerino, il fazzoletto di seta che gli usciva dal taschino del bolero, consapevole in ogni gesto, in ogni mossa, d’una eroica memoria di , grazioso, agile, attento, era quel Riccardo Torres che vidi, per così dire, ballare il minuetto coi terribili tori di Veragua e di Miura; ma in lui si vedeva ora, sotto la pelle arida e rasa, tutto il fascio dei muscoli tendersi con nervosit

Pure erano ben sontuosamente belle, con le loro bocchine di corallo, coi loro vestiti luccicanti, con le affettate movenze di testa e di spalle, con la pronunzia smangiata e coi loro sguardi sapienti. Nella sala da ballo, accompagnate dall'orchestra, venti coppie ballavano il minuetto.