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«E allora? e allora, caro Sconosciuto? «Quando le mie mani, come farfalle imprigionate, saranno chiuse nelle vostre mani, quando i vostri occhi si affonderanno nei miei, che ne sar

Pensieri e imagini sbocciano e ondeggiano nella mia mente come fiori in un giardino; ma tutte queste visite... e Nancy si guardò attorno nella sala piena del mormorìo e del riso di gente estranea, ahimè! ora di sera il mio giardino è spoglio, perchè ho colto tutti i miei fiori e li ho regalati via! L'inglese dimenticò di essere inglese, e disse quello che pensava.

«Per le relazioni di tutti gli artisti amici miei, convenuti a Pesaro dalle diverse citt

Andiamo, ripeterono in coro i miei ministri facendo atto di adesione alle mie parole. E uno degli ufficiali aggiunse; l'incoronazione potr

Devo ricordarvi, lettori miei, come Ramengo ai rifuggiti di Pisa avesse mostrato certe lettere di Mastino della Scala, delle quali diceva dover essere portatore al Pusterla. Era un'altra ordita di sua accia. Perocchè, sapendo quanto Francesco fosse bene nelle grazie dello Scaligero, e come questo l'avesse confortato a vendetta durante la sua ambasceria a Verona, finse, d'accordo con Luchino, una carta, nella quale il signore veronese mostrava all'amico suo come gli fosse venuto lezzo dell'arrogante potenza del Visconti, aver gi

Bisognava punirla; assolutamente, questa donna mi credeva condannato a seguire i suoi capricci, senza tener conto de' miei; accettava e declinava gl'inviti, li faceva accettare e declinare da me con un'indifferenza da bambina, come fosse identica missione accompagnarla al ballo o tenerle compagnia presso il caminetto. Bisognava punirla, immediatamente. Bella idea! esclamai.

40 Ma, come quel che men curato avrei vedermi trar di mezzo il petto il core, lasciai lor via seguir quegli altri miei, senza mia guida e senza alcun rettore: per li scoscesi poggi e manco rei presi la via che mi mostrava Amore, e dove mi parea che quel rapace portassi il mio conforto e la mia pace.

«Firmate questa cartaripetè Montoni con maggiore impazienza. No, mairispose Emilia; «il vostro procedere mi proverebbe l'ingiustizia delle vostre pretese, s'io avessi ignorati i miei dirittiMontoni impallidì dal furore; gli tremavano le labbra, ed i suoi occhi fiammeggianti fecero quasi pentire Emilia dell'ardita sua risposta.

Noi ci vedevamo soltanto al caffè, dove andavo quasi tutte le sere, per tre partite di bigliardo con lui e con altri due amici. Non ero il suo medico di famiglia. Nella giornata, c'incontravamo di rado, e scambiavamo, in fretta e in furia, un saluto. Egli aveva i suoi affari; io i miei malati... E poi, da qualche tempo in qua, volevo evitare di ritrovarmi, anche per pochi istanti, da solo a solo con lui. Non ero sicuro di non commettere la bestialit

Io mi ero prefisso di secondare in ogni cosa i miei ospiti. Cionullameno, verso la fine del pranzo, le incredibili enormit