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Vi sentite male, signora? proruppe la straniera; ah! per mia causa forse.... No; no, fu sollecita a dire Rosina; continuate. , madama, sono dieci mesi che giro pel mondo in traccia dell'uomo che adoro. È molto tempo che siete separata da lui? prese a dire con molta premura Rosina.

LIDIA. Siché avete pur inteso, Amasia, mia carissima sorella, dalla mia balia l'ostinata ostinazione di questo crudel di Cintio, cui servir lungo la gran conosciuta fede a mille segni han potuto tanto rammorbidire, che d'una finta parola mi fusse stato cortese e liberale.

CAPITANO. A me par che ve ne sia molto poca; perché tu mi richiedi di cose senza ragione, mi molesti con poca ragione e mi provochi a ira con molta ragione. MANGONE. Oh, seria bella certo, ch'essendo tu solo e forastiero, senza aver alcuno per te, volessi vincer me che ho parenti e amici nella mia terra. CAPITANO. Dimmi, ch'è l'arte tua?

El cane della coscienzia, che era debile, comincia ad abbaiare tanto velocemente che quasi conduce l'anima a la disperazione. Benché neuna ve ne debba giognere, ma debba pigliare con esperanza il Sangue, non obstante i difecti che abbi commessi; però che senza veruna comparazione è maggiore la misericordia mia, la quale ricevete nel Sangue, che tucti e' peccati che si commectono nel mondo.

Povera finestra, sempre quella, da cui non entrano più le tranquille visioni dell'alba, e le placidezze amorose dei plenilunii: poveri fiori della mia vecchiaia, che vi siete disseccati sulle radicine delle più soavi viole del pensiero: povera stanzetta della mia morte, senza una culla, senza un ritratto di donna, senza un ricordo della mia giovinezza!

Orsù! cessate, in nome di Dio e del diavolo. O' bisogno di consigli. O' bisogno di cure. Soffro. Ebbene, in fede mia, debb'essere un bel bellimbusto colui che

In quel che s'appiatto` miser li denti, e quel dilaceraro a brano a brano; poi sen portar quelle membra dolenti. Presemi allor la mia scorta per mano, e menommi al cespuglio che piangea, per le rotture sanguinenti in vano. <<O Iacopo>>, dicea, <<da Santo Andrea, che t'e` giovato di me fare schermo? che colpa ho io de la tua vita rea?>>.

«Mi pare che tutti e due dubitino, l'uno della mia felicit

Chi vi scantati, pp' 'u picciriddu, cummari?.... Chi c'entra, iu figghi chi nn'haiu?.... Di 'ssu latu, iddu non m'ha offisu..... Si m'avissi offisu supra un figghiu miu... allura si, avissivu 'u mutivu di scantarivi pp' 'u picciriddu.... Ma iddu ccu me' mugghieri sula, m'ha offisu.... E allura?!... Chi v' 'a vulussivu pigghiari, ccu mia?...

Le belle cose che ti diceva parlando di Dio e leggendo le poesie! gli orrendi tumulti che si suscitavano nell'anima mia quando ti recitavo il mio Giuliano! Il Giuliano è incatenato in questo mio povero, sporco e meschino corpicciuolo, e lo squassa e lo uccide! Ero buono, ti confesso, una volta, gentile verso la Madonna, fiducioso in Dio. Ed ora? Non leggo più poesie stampate.