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Per che mia donna «Manda fuor la vampa del tuo disio», mi disse, «sì ch’ella esca segnata bene de la interna stampa: non perché nostra conoscenza cresca per tuo parlare, ma perché t’ausi a dir la sete, sì che l’uom ti mesca». «O cara piota mia che sì t’insusi, che, come veggion le terrene menti non capere in trïangol due ottusi,
Siccome non c'è male a cui non si mesca qualche cosa di bene, così anche l'aver a che fare coi caratteri leggeri ha, di fronte ai gravissimi inconvenienti, qualche piccolo vantaggio. E uno di tali vantaggi è la facilit
non perche' nostra conoscenza cresca per tuo parlare, ma perche' t'ausi a dir la sete, si` che l'uom ti mesca>>. <<O cara piota mia che si` t'insusi, che, come veggion le terrene menti non capere in triangol due ottusi, cosi` vedi le cose contingenti anzi che sieno in se', mirando il punto a cui tutti li tempi son presenti;
Vedendo arrivare in sulla sera Ramengo solo e con magra valigia, gli aveva dapprima fatto gli occhi grossi ed era stato con lui tant'alto; ma quando lo intese comandare la camera migliore, i più squisiti bocconi, il centellino più scelto, e gli balenarono all'occhio i fiorini d'oro lampanti, onde aveva rigonfia la borsa, disse fra sè: Costui vuol riuscire meglio a pan che a farina»; e mutò cantare: non fu buon garbo che non gli usasse, e mentre si dava fretta intorno alle pietanze e ai forestieri, trovava qualche ritaglio di tempo per regalare due parole all'ospite dalla buona borsa, e vantargli il suo paese e la sua osteria. Pisa (gli diceva) fior del mondo; senza far torto a nessuno, e meno al suo paese, signor forestiere. E se non fosse stata Pisa, tutta Toscana era a manco d'un pelo di venir turca, e non si berrebbe vino. Ch'io le ne mesca un altro bicchieretto? Vogliono esser forse trecent'anni, i Saracini avevano posto piede in Calabria: ma i Pisani, nemici dei nemici di Dio, mandarono il fiore della nostra gioventù a snidarli. Cosa pensano quei dannati? Con navi sottili e col diavolo che li ajuta, nel fondo della prima notte di gennajo hanno faccia di entrare in Arno, invadono il sobborgo, lesti e queti così che nessun popolano se n'accorse, fuorchè ai colpi dei malnati e alla vampa degli incendj. Allora tutti a fuggire senza guardarsi alle gambe, e senza pensare ad avvertire la citt
non perche' nostra conoscenza cresca per tuo parlare, ma perche' t'ausi a dir la sete, si` che l'uom ti mesca>>. <<O cara piota mia che si` t'insusi, che, come veggion le terrene menti non capere in triangol due ottusi, cosi` vedi le cose contingenti anzi che sieno in se', mirando il punto a cui tutti li tempi son presenti;
Per che mia donna «Manda fuor la vampa del tuo disio», mi disse, «sì ch’ella esca segnata bene de la interna stampa: non perché nostra conoscenza cresca per tuo parlare, ma perché t’ausi a dir la sete, sì che l’uom ti mesca». «O cara piota mia che sì t’insusi, che, come veggion le terrene menti non capere in trïangol due ottusi,
Parola Del Giorno