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Poi, vedendosi vicino monsignor Meneguzzi e Pio Calca, si ricordò che bisognava placare il loro risentimento, e i loro timori; se li prese tutti e due sotto il braccio e cominciò a ridere per l'arrivo del Bonforti e del Ghirlanda a Primarole.

Vi amo, duchessa e.... vi amo! per Dio! Monsignor Meneguzzi, diventato serio, sgridava e s'imponeva a Pio Calca per farlo tacere e per mandarlo a letto. Pio Calca, brillo davvero, tutto rosso, tutto lustro, tutto molle, voleva la duchessa, chiamava la duchessa, colla voce stridula, rotta, straziata dalle risa convulse che finivano in pianto.

A un tratto l'occhio di Nora, quantunque essa parlasse pianino con Sua Eccellenza, girò più lontano attorno alla tavola e a un certo punto si fermò con un sorriso, un saluto impercettibile, carezzevole. Pietro, di volo, colse, seguì quell'occhiata e incontrò il bel viso da sposa di monsignor Meneguzzi che faceva a sua volta l'occhiolino alla duchessa, ma divotamente, compuntamente.

E anche lei forse, Eleonora, aveva tutto dimenticato: adesso godeva, viveva solo di quel compianto, di quelle lodi, di quell'ammirazione. Monsignor Meneguzzi aveva indotto donna Alessandrina, l'austera madre di Pio Calca, a farle visita, e dietro a lei tutto lo stuolo delle sue contesse.

Invece, per risolvere la madre di Pio Calca a permettere al figliuolo di portarsi deputato e ad inscriversi fra i promotori della "Cisalpina", furono messi in moto tutti i preti dei due collegi, con monsignor Meneguzzi alla testa. L'architetto Fontanella avrebbe comperato, per conto della Societ

Salgo un momento!... disse a un tratto Eleonora rivolta a Pio Calca, a monsignor Meneguzzi, a Gesualdo Arcangeli, al Fontanella, al Palazzoli, a tutta quella folla d'uomini che le si stringeva d'attorno, avida, bramosa, riscaldata dalle sue spalle nude, dalla sua bocca ridente, dalle sue trecce bionde, quasi disfatte pel loro peso e che le ricadevano sulle spalle con una mollezza tentatrice.

Monsignor Meneguzzi, per esempio, avrebbe dovuto, anche a nome della moralit

La duchessa, a testa alta, gli lanciò un'occhiata ironica, sprezzante e rispose a monsignor Meneguzzi che gli aveva domandato piano all'orecchio chi fosse il Laner: È uno dei tanti mangiapani della Cisalpina! Pietro udì quelle parole: geloso di quei due, offeso da Nora, ebbe un impeto di collera. Signora, scusi!... Signora! e la raggiunse per dirle.... per dirle che? Niente.

Con monsignor Meneguzzi faceva un po' la gelosa: era gelosa delle altre signore che lo volevano tutto tutto per loro! E gli aveva preso l'anello da Monsignore, colla grossa amatista, lo ammirava, se l'era messo in dito, fingeva d'esserselo dimenticato e continuava a tenerselo. Ma Pietro Laner?... Dov'era andato?

Ma la vittima prediletta del giovane aspirante alla deputazione, quello con cui egli si sfogava di più e più a lungo e più forte, era monsignor Meneguzzi, il "reverendo delle contesse". Monsignor Meneguzzi era un bel prete, pulito e roseo come una sposa, elegante, vestito mezzo di seta, col grosso cordone d'oro da cappellano della Croce Rossa, attorno al nicchio rotondo.