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«Così mi spiegai la lettera sconclusionata ed incoerente di Max. Era realmente così?

Fulvia si fece anche più mesta di prima; e prendendomi la mano in atto riconoscente mi disse: Sarebbe impossibile, Max. Ve l'ho detto, sono promessa ad un altro. Questa risposta, anzichè addolorarmi, mi colmò di gioia. Ella non aveva mentito. Era sempre quella donna nobile e leale, incapace di finzione e di calcolo. Ancora una volta mi pentii di averla calunniata nel mio pensiero.

Con questa sola differenza che, dissuggellando quel piego andavo chiedendo tra me: «Scrive beneEd era il solo pensiero che mi occupasse in quel momento. «Caro Max, «La mia nascita, la mia infanzia, la mia adolescenza non hanno nulla di romantico. Me ne duole, per l'effetto di queste mie pagine, ma è così. «Il mio babbo era impiegato governativo, ed era povero.

«È forse atto di cortesia per lusingare l'amor proprio della persona amata; per dirle: «Nessuno ebbe a' miei occhi le tue attrattive, nessuno m'inspirò il sentimento che tu m'inspiri.» «Io sarò meno gentile, ma più vera. Ho amato prima di conoscer voi, Max.

«Tutto codesto mi disse colla sua bella voce un po' commossa, ed io ne ebbi profondo conforto. «Si trattenne a lungo. Passò tutta la sera con me. Si parlava sempre del passato. E v'erano momenti in cui la sua bella voce mesta mi commoveva. Ed allora riprendevo a parlare di Max, ed esageravo il mio amore per lui con espressioni da romanzo.

«Poco dopo di noi giunse la contralto. Ella salutò, ci precedette, ed andò a mettersi in carrozza. Max ed io traversammo insieme la sala d'aspetto, ed insieme ne uscimmo dall'altro lato. Io entrai nel carrozzone dov'era la contralto. Egli salì sul predellino e rimase l

«Ricordavo il mio trasporto di quella sera fatale in cui avevo preso la risoluzione d'accettare la scrittura per l'America, e di sciogliere il mio impegno con Welfard, per essere libera di scriver follie in un epistolario sentimentale con Max. «Stupido sogno da romanzo! Era svanito prima che avessi finito la mia confessione a Gualfardo.

«Ed egli mi rispondeva con parole d'affetto, diceva che mi amava immensamente, ma mi apprezzava altrettanto, ed aveva fiducia in me. Per questo non era geloso. Che la sua passione non era meno grande per esser meno espansiva; era il suo carattere così. «Ed è vero, Max. Era il suo carattere così.

Criticare, da che mondo è mondo, è stato sempre facile. Difficilissimo è mettersi al posto del criticato e fare meglio di lui. Finchè Max Nordau scriveva libri come la Degenerazione, poteva esser creduto molto abile; questa Battaglia di Parassiti è stata un'imprudenza.

«Fui lenta ad introdurre la chiave ed a girarla nell'aprire il mio uscio, per spingere l'occhio indiscreto in quella camera misteriosa. Non vi si vedeva alcuno; ma sopra una tavola accanto al balcone stava un pastrano di mezza stagione, di panno bigio. Io conoscevo quella tinta. Era il soprabito di Max. Dacchè lo conoscevo glielo avevo sempre veduto sul braccio, sebbene non lo calzasse mai. Max era dunque venuto. Era l