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Pochi minuti dopo uscivano di casa, a piedi, Bice imbacuccata in una pelliccia di martora, che la copriva sino a terra, e con un fitto velo sul viso per non aspirare l'aria troppo rigida; la vecchia avvolta in uno scialle antico della contessa Ginevra, e con un grande fazzoletto di seta sulla testa. Talvolta la gente si voltava a vederle passare. Entrarono in San Bartolomeo.

E lei, seduta al suo posto preferito, in un ampio seggiolone a sdraio, avvolta, a malgrado del fuoco che ardeva nel caminetto, in un ricco mantello di martora, mostrava di divertirsi ad ogni cosa, paga di tutto, riconoscente anche per le più tenui attenzioni.

Intorno al collo si ravvolgeva, venendo ad incrociarsi sul petto, uno di que' tali arnesi di pelo di martora che hanno pigliato presso le donne il nome pauroso di un serpente, forse in omaggio a quella bestia che venne a capo di infinocchiare la loro progenitrice degnissima. La contessa poteva rimanere scollata, perchè il fuoco acceso nel camino manteneva nel salotto una tiepida temperatura.

Con una mossa di persona freddolosa, che le dava tanta grazia, ella si riportava ogni tanto sulle spalle la pelliccia di velluto amaranto guarnita di martora, e quella mossa la faceva somigliare a una donna impaurita, che cercasse rifugio in qualcuno, in qualcosa.

Un pomeriggio, tornando dalla passeggiata, Folco trova in anticamera parecchie grandi scatole sulla cassapanca, e seduti due ragazzi che le hanno portate. La cameriera gli spiega che la signora contessa ha mandato a chiedere del pellicciaio. Bene, bene! disse Folco. Oltrepassata la soglia del salottino, vede Gioconda, la quale prova innanzi allo specchio una giacca di martora.

E tu, che passi e non mi guardi, rapida, inguainata nella nera tunica, avvolto il collo nel tuo boa di martora, che, pari a un serpe flessile e contrattile, t’accarezza, ti bacia e t’assomiglia!... Ne’ tuoi capelli bene si dissimula qualche filo d’argento, sotto il morbido tòcco a turbante. Hai messo un vel di cipria a nasconder le prime ombre del tempo sul volto.

Teneva con la sinistra alta una stola di martora, che con la destra accarezzava lievemente, soffiandovi dentro e fiutando. Folco si perdette a fissarlo, impietrito da un rabbioso disgusto. Quell'uomo voleva possedere per sempre e dominare Gioconda?... bevere ingordamente la giovinezza venusta di lei?... Si muoveva, usciva da dietro il banco per aprire una scansia.

Pensa e ripensa, si decise di confidarsi con la sua maestra. E questo è il partito più savio al quale possa appigliarsi una bambina imbarazzata. La Gemma avrebbe voluto comprar tutto Firenze, e se tutto Firenze non c'entrava, si sarebbe contentata di una bella pelliccia di martora, col manicotto eguale.

Non è a dire se la mamma lo gradisse. Alcuni parenti le regalarono, per la sua festa, molte belle cose, fra le quali una pelliccia di martora col manicotto eguale. Ma nessun dono fu più caro alla mamma di quello al quale aveva lavorato la diletta sua figliuolina. Ditemi un po', fanciulle: se io vi ricopiassi, qui sul libro, le regole date alla Gemma dalla maestra, non farei una cosa santa?