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cosi`, benedicendomi cantando, tre volte cinse me, si` com'io tacqui, l'appostolico lume al cui comando io avea detto: si` nel dir li piacqui! Paradiso: Canto XXV Se mai continga che 'l poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra, si` che m'ha fatto per molti anni macro, vinca la crudelta` che fuor mi serra del bello ovile ov'io dormi' agnello, nimico ai lupi che li danno guerra;

MASTICA. Si, certi polli che appena aveano la pelle come se avessero avuti tutti i pensieri del mondo o fussero ettici o avessero avuto la quartana dieci anni; o qualche cornacchia vecchia che fattala bollir tutto un giorno non si potea masticare. TRASILOGO. Taci, ruffianello macro, morto di fame.

così, benedicendomi cantando, tre volte cinse me, com’ io tacqui, l’appostolico lume al cui comando io avea detto: nel dir li piacqui! Paradiso · Canto XXV Se mai continga che ’l poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra, che m’ha fatto per molti anni macro, vinca la crudelt

Gli scrittori amo, e fo il debito mio; ch'al vostro mondo fui scrittore anch'io. 29 E sopra tutti gli altri io feci acquisto che non mi può levar tempo morte: e ben convenne al mio lodato Cristo rendermi guidardon di gran sorte. Duolmi di quei che sono al tempo tristo, quando la cortesia chiuso ha le porte; che con pallido viso e macro e asciutto la notte e 'l vi picchian senza frutto.

così, benedicendomi cantando, tre volte cinse me, com’ io tacqui, l’appostolico lume al cui comando io avea detto: nel dir li piacqui! Paradiso · Canto XXV Se mai continga che ’l poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra, che m’ha fatto per molti anni macro, vinca la crudelt

.......... Vedi uno cremesino Ha il manto e la berretta, uno la bruna Toga si affibbia all'omero, un stiletto Brandisce questo, e quegli un'asta, e sovra L'inculto capo ha la mural ghirlanda: Chi fia colui ch'è sparuto e macro? Perchè quest'altro la cotenna arriccia E i mustacchi arronciglia? Infra lor tutti Gagliardo in armi ed in feroce aspetto Giganteggia Ugolin.

23 Venne in pontificale abito sacro l'arcivesco Turpino, e battizzolla: Carlo dal salutifero lavacro con cerimonie debite levolla. Ma tempo è ormai ch'al capo voto e macro di senno si soccorra con l'ampolla, con che dal ciel più basso ne venìa il duca Astolfo sul carro d'Elia.

cosi`, benedicendomi cantando, tre volte cinse me, si` com'io tacqui, l'appostolico lume al cui comando io avea detto: si` nel dir li piacqui! Paradiso: Canto XXV Se mai continga che 'l poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra, si` che m'ha fatto per molti anni macro, vinca la crudelta` che fuor mi serra del bello ovile ov'io dormi' agnello, nimico ai lupi che li danno guerra;