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⁹³ Giornale di Sicilia del 12 Agosto 1794. ⁹⁴ Ai Cappuccini i superbi alberi della via di Mezzomorreale (corso Calatafimi); agli Antoniniani, quelli dello stradone di S. Antonino (corso Lincoln); ai Minimi, quelli di fuori di Porta Macqueda e Porta Carini. Vedi Provviste del Senato, a. 1793-94, p. 452; Atti, a. 1791-92, p. 146.

I combattimenti continuavano da parte dei cittadini; la distruzione col bombardamento da parte delle truppe che fra l'altro incendiavano il Monte di S. Rosalia e nell'incendio venivano consumati i miseri cenci della parte più povera del popolo e il popolo inferocito, nonostante la difesa delle truppe, s'impossessava del quartiere militare di Santa Cita; altra vittoria sanguinosa riportava sulle truppe che occupavano il podere del principe di Villafranca di fronte a porta Macqueda.

Sul cuscino spiccava la sua testolina bruna, con gli occhi chiusi, e le labbruzza semiaperte a un respiro dolce e regolare. Dormiva con le braccia in croce sul petto, e sognava di Giovanni. Quante volte il giovine, spintovi dalle sue domande, non le aveva descritto il nuovo quartierino che aveva affittato in una bella casa in via Macqueda! È in casa il vostro padrone? Sissignora. Signo....

Senza di questo un pescatore, rais Modesto Marino, non avrebbe potuto divenire un vinaiuolo, e molto meno aprire spaccio di vino a trentasette palmi dalla bottega più vicina; maestro Giuseppe Errante aprirne una di concia-calzette con dieci palmi di meno di quelli prescritti dai Capitoli; maestro Giuseppe Arcuri ottenere un posto da vendervi sapone nella strada Macqueda con passi assai di meno dei quaranta, voluti per la bottega preesistente rimpetto alla Congregazione delle Dame.

Laonde la via Macqueda diceva e dice Strada nuova, quasi per distinguerla dalla vecchia, che per antonomasia è sempre il Cassaro; piazza Vigliena, le Quattro Cantoniere; piazza Caracciolo, il Garraffello; la strada Colonna, Marina; la Villa Giulia, Flora; la via Albuquerque, strada Cappuccini ecc.

Porta e via Macqueda, porta d’Ossuna, porta di Castro, porta Montalto, porta Colonna, strada Toledo, strada Colonna (Marina), piazza Caracciolo, e poi il bastione Vega, il bastione Gonzaga, il bastione Montalto, la via Albuquerque son testimoni di questa piacenteria o servilit

Ciascuna rata avrebbe dato un introito di 2352 onze all’anno, e questa sarebbe bastata al lastricamento di una parte delle vie Toledo e Macqueda.

Un giorno il Vicerè Caracciolo, scontento anche dei teatri, persuase i patrizî a costruirne di sana pianta uno nuovo fuori Porta Macqueda. Tra quei patrizî erano Senatori: e fu appunto il Senato l’interprete o esecutore dei desiderî di S. E. Si fece il disegno, si stabilì il luogo dell’edificio e fu anche detto più tardi che le somme occorrenti sarebbero state prese dai fondi amministrati dalla Deputazione per le strade di Sicilia⁵¹. Ma all’ultima ora, quando si trattò dell’attuazione, nessuno osò avventurare il Comune in una opera non creduta necessaria. Se non che, quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini: ed i Barberini o barbarini furono gli allegri amministratori della citt

Contro l’ingombro delle vie: «E perchè li costorieri (sarti), spadari, cappellieri, scarpari, scrittoriari (moganieri), maestri d’ascia d’opera gentile e opera grossa, bottegai (fruttivendoli), venditori di qualunque genere di comestibili ed altre persone di qualsiasi mestiere ed arte, anche quelli che non hanno bottega, si mettono tanto nella strada Toledo e Macqueda, quanto nell’altre strade e nelli luoghi pubblici di questa citt