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Nemmeno un teatro. Prefettura e Municipio nello stesso palazzo, all'ultimo piano! Macché! Dopo dimani adios! Lei resta? feci al di Bartolo. L'altro nostro compagno di tavolino, Bazza, cancelliere alla Pretura, al solito s'era addormentato. Usava di far questo ogni sera, e lo svegliava il cameriere quando il caffè si chiudeva. Ma è presto osservò il di Bartolo. Guardi, non sono le dieci.

Dunque... gli balbettò Se lei mi permette... Vado. Spero bene di rivederla, qualche volta... Macché! Ma vuole andarsene proprio adesso? Ma v'è tempo. Guardi, faccia come se il decreto non glie l'avessi comunicato ancora... No, no! disse lui Mi permetta, mi scusi. Voglio essere ossequente... Peccato! esclamò il direttore, come lo vide uscire e scomparire dietro l'uscio Dopo trent'anni!

Infatti non si richiedevano piú le doti di buon gusto e di sentimento artistico che, pur non strettamente indispensabili alla bisogna filologica, erano però state sempre retaggio dei filologi classici. Macché! La filologia scientifica aveva inventata un'altra metafora, che fece e fa tuttavia furore presso i filologi pappagalli. Ma un sassolino, chi non lo può portare?

Avete capito?... La gelosiiia non esiste fra italiani! Mia moglie è tua, anzi nostra! Piace a lei, piace a me! Baciala. Sono forse becco, io? Macchè! Eravamo tutti becchi! Ora siamo tutti amanti fortunati! Balliamo tutti, stretti, stretti, stretti! Dietro ad ogni porta nella penombra, tumultuava l'amore. Così si ricongiungono con ardore bruciante sublime e divino le carni della Patria!

E' tardi per perfezionare. L'offensiva è ormai cotta a puntino, bisogna servirla in tavola. Sono convinto che è imminente. Macchè, macchè! gridano tutti, sei un illuso. Preparati a rimanere tutto l'inverno in questa palude.

Ah! ah! gridano tutti, ci sono però i passaggi a livello, carri, carrette, cani e marmocchi. Macchè! Tutto dorme ancora, scavalcheremo ogni ostacolo, saremo una ventata di ferro, proiettili, folgori, non lasceremo respirare il pericolo, strozzeremo la morte nel suo letto e capriolandole sopra le pizzicheremo i piedi senza morire!

Macché! fece l'ercole, raggiustando sulla piccola testa quasi calva un sudicio berretto di pelo marrone A Giffuni Vallepiana? E Pompei non è meglio! Citt

Si va? si sta? cosa si fa? chi lo sa? Dall'interno del treno immobile, dal di fuori giungeva un ininterrotto suono di voci: «Ritardo di due, sei, dieci ore! La neve! macchè la neve: il «sabotaggio». Ci vuole un ferroviere impiccato per ogni stazione! Ma si impicchi lei per primo! Le ferrovie ai ferrovieri! Alle societ

Cercavo di scordare, d'avvezzarmi a questa vita nuova. Macché! E a un bel momento ecco che principia a pungermi in petto qualcosa come una spina... Ma davvero, sa, un dolore, una fitta che lei non se lo può immaginare... Lo guardai più attentamente. L'abito della diagnosi da' caratteri fisici soffermava il mio sguardo sullo sciagurato.

Perchè quello di ridurlo magro era stato il principale pensiero di donna Fanny. Ma invano! Cure sopra cure, aveva fatto: non vino rosso, non farinacei di cui era ghiotto; molto , molto digiuno, massaggio, cura elettrica ad alta frequenza, idroterapia, cura di Montecatini, di Carlsbad, tabloidi di tiroidina. Macchè! Diventava pallido, ma magro niente!