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Ma ben m'incresce non poter tenerti come vorrei perché, in fin che non passa bene il sospetto, non ci veggio modo d'accettarti in casa. FILOCRATE. Soi contiento con eso. Non quiero otra cosa. Dios os pague el gualardon. DEMOFILO. Sapresti darmi nuova d'un signor Fabio Negri di Valenza? FILOCRATE. En verdad no le cognosco. DEMOFILO. Che si fa in quelle bande? che si dice di nuovo?

M'incresce d'avervel detto. FLAMMINIO. Fu vero? CRIVELLO. Signor . Ma io mi so' scordato ch'io avevo un testimonio. FLAMMINIO. Chi era? CRIVELLO. Lo Scatizza di Virginio. FLAMMINIO. Vidde egli ancora? CRIVELLO. Come me. FLAMMINIO. E se egli nol confessa? CRIVELLO. Ammazzatemi. FLAMMINIO. Farollo. CRIVELLO. E s'egli il confessa? FLAMMINIO. Amazzarò tutt'e due. CRIVELLO. Oimè! Perché?

Hai pur questo tuo pecco, come le donne, di voler morire d'ogni picciola cosa e avere in cima, come lo sputo, il pianto. Se non fosse ch'io troppo t'amo e del tuo mal m'incresce, in fine al cuore avrei or con fatica ritenuto le risa. È pur vergogna tanta viltá. CRISAULO. Dico che n'ho per sette de' buon consigli. Ma questo non basta: ché bisogna pazienza; di che i santi mancan talora.

Anselmo, aperti gli occhi, conosce il Caserta, e mormora tra : «Ora sono perduto davvero.» «Io sono Rinaldo, Anselmo.... perchè vi dite perduto?» «Satana sta al capezzale... aspetta l'anima al varco... egli ha ragione... è cosa sua... io ho ben veduto che voi siete il Caserta...» «O amico mio, Dio sa se forte m'incresce del vostro male...» «Lo so, amico, lo so.» «Io perdo il più fedele...»

ALESSANDRO. Io non gli torrò per non far pregiudicio alle mie ragioni. Andrò a Sua Eccellenza, raccontarò il fatto: ella dará ordine di quello che ará a farsi. M'incresce nell'anima ch'abbia a venir con voi, che v'ho stimato mio padre e padrone, a termini cosí fatti. FILIGENIO. O Iddio, che intrighi son questi ove mi trovo? Va', Forca, e vedi se puoi far nulla.

«E infatti, non m'ero ingannata. L'ho veduto altre volte in teatro, sempre contegnoso, sempre severo. Egli è di buon lignaggio e novera tra' suoi antenati dogi e senatori della vecchia repubblica. Non è ricco, ma è l'unico erede di suo nonno, i cui milioni potranno indorargli a nuovo il blasone. Ho saputo queste cose dal mio gran ciambellano. Imperocchè tu devi sapere che sono regina e che ho un ciambellano, il De Salvi, un vecchio asciutto e giallo come una pergamena, il quale mi fa la corte a suo modo, venendo ogni giorno da me, per raccontarmi tutte le novelle e le voci che corrono, e s'argomenta d'aiutarmi a fare gli onori di casa mia. È un bell'originale, costui; ha sessant'anni suonati, e passa la sua vita intorno alle dame, aliando da questa a quella, e dandosi aria di farfalla, essendo, a fargli grazia, un moscone. Ma il suo ronzìo non m'incresce; io vedo in lui come finiscono tutti questi pavoni, che in gioventù fanno superbamente la ruota dinanzi alle belle; mi adatto ad ascoltarlo, quando mi schicchera i suoi gravi consigli, ed ho in lui un'eco fedele di tutto quanto accade in citt