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Non m'avevano i Sogni in lor balía; chè mi disse la Bella, ad un radore: Senti soave odore di viole, che giunge a quando a quando!

Ma quei lavorucci dettati con impeto giovanile, e il fine ardito che trapelava, m'avevano fruttato un grado qualunque di fama in Genova e conoscenze d'uomini altrove che lavoravano poco dopo con me sulla via più dichiaratamente emancipatrice. Un mio rimprovero a Carlo Botta, storico di tendenze aristocratiche, senz'ombra d'intelletto filosofico, ma il cui stile foggiato talora a gravit

Oh Dio! m'avevano detto ch'eri morto di pleurite. Dev'essere stato un equivoco. Probabilmente. Ah, non ti puoi figurare il dolore che ho provato; ho pianto tutta la notte. Grazie, di tanta amicizia! Oh di niente!... sar

E siccome le sue querele dapprima, e quel confidente appellarsi alla mia tutela da poi, m'avevano cercato il cuore questo cuore così infaustamente aperto ai dolori io mi feci, del mio meglio, a pagarlo di conforti.

Sono io che non l'amo più, perchè non l'amo più; perchè l'amore non è eterno che in casi eccezionali; l'amore può cessare; il suo carattere era troppo freddo per rispondere alle mie aspirazioni; e la sua freddezza ha spento l'ardore che le sue prime parole d'affetto m'avevano acceso nel cuore, ecco la prosa.

Quanti m'avevano parlato con meno riserbo di Max? Io non li avevo lusingati, avevo respinto il loro amore. Precisamente come avevo fatto con Max. Forse che pensavo di fare a Gualfardo la cronaca di quelle galanterie? Nemmeno per ombra. E perchè dovrei farmi un dovere di narrargli la mia relazione con Max? Perchè gli altri li avevo respinti senza soffrirne, e Massimo lo avevo ricusato con dolore?

PEDANTE. La dolcedine delle recensite parole di tutti m'hanno invaso di tanta tenerezza che giá succresce il foco che m'avevano acceso negli inflammabondi precordi.

Rivedevo, in quella bionda e pallida figura, mia madre, mia madre adorata, morta quando io nulla ancora potevo intendere della vita e delle sue tragedie, dei suoi profondi dolori, delle orribili amarezze che vi invecchiano di colpo e vi abbandonano, disfatti, al tedio o alla disperazione. , rivedevo mia madre, in costei. Era il suo profilo puro e dolce, erano i suoi capelli d'oro che io amavo di carezzare, erano i suoi grandi occhi chiari, d'un azzurro grigiastro, pieni di lume e di dolore. E la voce! La voce ch'era rimasta nel mio orecchio da quel tempo della mia infanzia, in cui la udivo suonare melodiosa e pur breve nella triste solitudine della mia casa. , : a che varrebbe nasconderlo? Tutto, ora, tutto ricordavo. Ricordavo che un giorno mio padre, silenzioso, mi prese per mano e mi condusse nella camera ove mia madre moriva. Da tanto tempo non m'avevano lasciato vedere mia madre! Come era bianca nel suo letto, come le sue mani sottili tremavano sulla mia testa! Che mi disse? Balbettava parole che io non potetti comprendere. Oh, Dio, Dio! E pure erano le ultime sue! E poi mio padre, che a un punto disse: Basta! con la sua voce cupa, quasi irritata. Mi parve un sogno. E poi tutto finì. Mi trovai solo con mio padre, in un'altra casa, in campagna, molto lontano dalla citt

Nel mattino del lunedì andai a prendere notizie del signor Treuberg con la speranza di saper qualche cosa di Luise; poichè a casa von Dobra m'avevano detto che l'altra signorina era presso sua zia e i domestici non sapevano quando il padrone sarebbe tornato. L

«Allora le mie idee presero un altro indirizzo. «Certo io ero troppo scrupolosa. Infine mi ero contenuta decorosamente con Max; egli sapeva il mio impegno; tra noi non s'era parlato che d'un sentimento fraterno. Io non avevo tradito i miei doveri verso Gualfardo. Ero ancora degna di lui. D'altra parte, quanti giovani avevo io conosciuti mentre cantavo? Quanti m'avevano corteggiata?