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E allora, che mi vai affastellando? Questa tale illusione svanì proprio quando diventasti veramente sua. Clelia Ma appunto per non diventare veramente sua io mi feci scacciare da lui, di notte, come una serva ladra! Mario Non ti ho creduta quando me l’hai scritto, non ti credo ora, non ti crederò mai! Clelia

è silogismo che la m’ha conchiusa acutamente , che ’nverso d’ella ogne dimostrazion mi pare ottusa». Io udi’ poi: «L’antica e la novella proposizion che così ti conchiude, perché l’hai tu per divina favella?». E io: «La prova che ’l ver mi dischiude, son l’opere seguite, a che natura non scalda ferro mai batte incude». Risposto fummi: «, chi t’assicura che quell’ opere fosser?

Se fosse stato lor volere intero, come tenne Lorenzo in su la grada, e fece Muzio a la sua man severo, così l’avria ripinte per la strada ond’ eran tratte, come fuoro sciolte; ma così salda voglia è troppo rada. E per queste parole, se ricolte l’hai come dei, è l’argomento casso che t’avria fatto noia ancor più volte.

Dove l’hai preso il tuo bel nome?... È un nome di guerra, non è vero?... Qual capriccio d’amante allegro e ironico te l’appuntò, qual nastro fra le chiome?... Veronetta, mi piace il tuo bel nome. Raccontami la tua vita randagia. Io m’accovaccio presso a te, sul morbido tappetino di Persia, frugando con le molle fra la bragia.

Che pazzia! La Rondine. Veramente, non ami? Non hai amato mai, da che non t’ho più veduta? Dimmelo, a me sola. Confìdati. Mortella. Che è l’amore? Dimmelo tu. Io non lo so. La Rondine. Che altro c’è nel mondo? Ma tu lo sai. Almeno l’amore di Giana e di Bandino non lo vedesti nascere? non l’hai ora sotto gli occhi ogni giorno? Mortella. Quel che è troppo vicino, non si vede. E poi Giana...

ma dimmi se tu l’hai ne la tua borsa». Ond’ io: « ho, lucida e tonda, che nel suo conio nulla mi s’inforsa». Appresso uscì de la luce profonda che splendeva: «Questa cara gioia sopra la quale ogne virtù si fonda, onde ti venne?». E io: «La larga ploia de lo Spirito Santo, ch’è diffusa in su le vecchie e ’n su le nuove cuoia,

Non lo so.... Ma certo, quando io esco da questa casa tutta elegante e profumata, mi pare di aver rubato. Io sento i brividi che deve sentire il ladro non ancora esperto.... E l’idea del furto consumato è inevitabile, perchè è intimamente legata al ricordo profondo del godimento. Tu dici che non faccio nessuna transazione vergognosa.... E perchè no? Tu non potevi vivere poveramente: va bene: (accalorandosi) sentivi il bisogno imperioso della ricchezza, o, almeno, dell’agiatezza. Ora, l’hai questa agiatezza: ma sono forse io che te la do, io, io, tuo amante? No. Te la d

Se fosse stato lor volere intero, come tenne Lorenzo in su la grada, e fece Muzio a la sua man severo, così l’avria ripinte per la strada ond’ eran tratte, come fuoro sciolte; ma così salda voglia è troppo rada. E per queste parole, se ricolte l’hai come dei, è l’argomento casso che t’avria fatto noia ancor più volte.

D’ogni basso livor tu l’hai detersa fuggendo: ed or memoria più non hai: sfiori, monda e leggera, il sempre e il mai, in pura infanzia dal lavacro emersa. Il liberato spirito si snuda pel battesimo sacro. Ardono gli astri al rito. E tu ti fai simile agli astri senza tempo, o mia vita, o vita ignuda. Sole, di fronte. Non c’è più nessuno. Chi odiammo, è lunge. Anche chi amammo, è lunge.

ma dimmi se tu l’hai ne la tua borsa». Ond’ io: « ho, lucida e tonda, che nel suo conio nulla mi s’inforsa». Appresso uscì de la luce profonda che splendeva: «Questa cara gioia sopra la quale ogne virtù si fonda, onde ti venne?». E io: «La larga ploia de lo Spirito Santo, ch’è diffusa in su le vecchie e ’n su le nuove cuoia,