United States or United Arab Emirates ? Vote for the TOP Country of the Week !


Di sopra fiammeggiava il bello arnese più chiaro assai che luna per sereno di mezza notte nel suo mezzo mese. Io mi rivolsi d’ammirazion pieno al buon Virgilio, ed esso mi rispuose con vista carca di stupor non meno. Indi rendei l’aspetto a l’alte cose che si movieno incontr’ a noi tardi, che foran vinte da novelle spose.

fossero». Ed ei mi disse: «Il foco etterno ch’entro l’affoca le dimostra rosse, come tu vedi in questo basso inferno». Noi pur giugnemmo dentro a l’alte fosse che vallan quella terra sconsolata: le mura mi parean che ferro fosse. Non sanza prima far grande aggirata, venimmo in parte dove il nocchier forte «Usciteci», gridò: «qui è l’intrata».

quanto per mente e per loco si gira con tant’ ordine , ch’esser non puote sanza gustar di lui chi ciò rimira. Leva dunque, lettore, a l’alte rote meco la vista, dritto a quella parte dove l’un moto e l’altro si percuote; e comincia a vagheggiar ne l’arte di quel maestro che dentro a l’ama, tanto che mai da lei l’occhio non parte.

Fra l’alte rive, irrefrenata e cieca, Va l’onda, e piange.

O tu che vivi sola, sul confine della foresta ove sei nata, e siedi d’un cedro all’ombra centenaria, i piedi ignudi e sciolto sulle spalle il crine: tu che hai negli occhi la corrente azzurra del fiume che laggiù splende fra gli elci, e, nascosta fra l’alte umide felci, sogni, ascoltando il bosco che susurra: dammi per questa sete che m’uccide un sorso:

e cominciò: «Le cose tutte quante hanno ordine tra loro, e questo è forma che l’universo a Dio fa simigliante. Qui veggion l’alte creature l’orma de l’etterno valore, il qual è fine al quale è fatta la toccata norma. Ne l’ordine ch’io dico sono accline tutte nature, per diverse sorti, più al principio loro e men vicine;

Passin gli spirti de le rocce, i canti De la luce, i letarghi de le nevi, I rimbombi de l’alte acque e de’ grevi Massi frananti: Assorba, assorba il tuo vigor d’Iddio, E in raggio lo trasmuti, in tronco e in fiore Questa che t’arse d’indomato amore Terra d’oblìo.

Di sopra fiammeggiava il bello arnese più chiaro assai che luna per sereno di mezza notte nel suo mezzo mese. Io mi rivolsi d’ammirazion pieno al buon Virgilio, ed esso mi rispuose con vista carca di stupor non meno. Indi rendei l’aspetto a l’alte cose che si movieno incontr’ a noi tardi, che foran vinte da novelle spose.

Oh, lasciatemi andar per le boscaglie, Fra i sorrisi de l’alte erbe e del grano: Il sangue sparso, o innumeri battaglie, Gioiosamente ora feconda il piano. E mi chiama la zolla che riverde, E mi chiamano l’ali aperte al vol.... .... Fossili, addio!... Mi salvo in mezzo al verde, Con fiori nei capelli e in faccia il Sol!... Se m’ami, guarda: mi balena in fronte L’intima vïolenza del pensiero.

fossero». Ed ei mi disse: «Il foco etterno ch’entro l’affoca le dimostra rosse, come tu vedi in questo basso inferno». Noi pur giugnemmo dentro a l’alte fosse che vallan quella terra sconsolata: le mura mi parean che ferro fosse. Non sanza prima far grande aggirata, venimmo in parte dove il nocchier forte «Usciteci», gridò: «qui è l’intrata».