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La mia finestra guardava il fianco della fontana di San Villibaldo, e a poco a poco la figura benedicente del mansueto vescovo, con i piedi nell'ombra e la testa nella luna, mescolavasi ai miei sogni.

Intanto era calata la notte profonda, la luna piena splendeva sul più limpido cielo illuminando lo splendido anfiteatro dei monti.

Un raggio brillante di luna, che si sprigionava da due nuvole, bagnò il sembiante del principe. Maud rinculò spaventata. Quel sembiante nobile testè, quei lineamenti belli, erano accartocciati da un'orrida convulsione. Le labbra spandevano una schiuma livida e sanguinolenta. Gli occhi rotavano ferocemente nelle orbite.

T. Eccene d'altra sorte? C. Signor si: quando le nuuoli ignee sono cacciate nell'aria fredda dalla Luna, ò pur per empir il vacuo, si ristringono fuggendo il freddo in se medesimo, insino che siano nella sua finezza, & ben digesta, & astretti dal freddo intorno, crepano, & da qui nascono i Tuoni, Baleni, Folgori, m

Non vi era luna; ma più miriadi di stelle ingemmavano la vôlta azzurra, e producevano quel voluttuoso barlume cui s'imita nelle camere delle odalische attenuando la luce coi veli. Dalla marina spirava aura deliziosa, tutta pregna ancora dei baci degli aranceti di Sorrento.

Mentre si ballava un minuetto, accaldata e inuggita, io trovai modo di guizzare in giardino e di sedere su una panchina presso la cancellata. La soave musica di Boccherini arrivava a me attenuata dalla distanza. Il giardino rischiarato dalle lampadine elettriche, pareva avvolto nel chiarore dalla luna. Ero da alcuni minuti, quando udii un bisbiglio, un brusío sommosso, al di l

del qual piu` altri nacquero e diversi; e tanto d'uno in altro vaneggiai, che li occhi per vaghezza ricopersi, e 'l pensamento in sogno trasmutai. Purgatorio: Canto XIX Ne l'ora che non puo` 'l calor diurno intepidar piu` 'l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in oriiente, innanzi a l'alba, surger per via che poco le sta bruna ,

Guai a coloro che seguono la luce belante della luna e i lamentevoli clarini delle mandre, e i flauti amari dei pastori, che perdono vìa per l'azzurro i lunghissimi filamenti dei loro suoni nostalgici! Guai a coloro che rifiutarono d'accordare il galoppo del loro sangue al galoppo del mio, devastere.

Come va, vitello, ti è passata la febbre? Sei sceso dal cielo? Dalla luna, te lo dico io. Ero io che facevo l'Uomo nella luna. Io ti ho visto e ti adoro. La padrona mia m'insegnò a vederti ed il tuo cane e il fastello di spine. Vieni qua: giuramelo e bacia il vangelo. La riempirò di nuovo. Giura. D

Ma come è mai possibile ritornare a casa, rinchiudersi in una stanza oscura e malinconica, mentre la luna piena splende in quel cielo trasparente, e illumina della sua magica luce queste moli gigantesche della citt