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Quando era stato presentato alla baronessa Costanza di Fastalia, in quello splendido pomeriggio di marzo, alla Villa Nazionale, mentre il golfo sorrideva col suo azzurro più puro, e dalla folla festante pareva sollevarsi un sospiro di contento, Andrea Ludovisi aveva sentito come un urto nel vivo cuore.

Facciano pure, facciano.... E quella risposta, Ludovisi, quando me la date? A momenti, signora baronessa, se ella non va via.... E come i due amici si avanzavano, il duca di Majoli li raggiunse. È tutto fatto. Domani, alle 6, tienti pronto. La spada? La spada. Andrea Ludovisi trasse un sospiro di sollievo. Grazie! Mi volete ora aspettare cinque minuti?

Il duca era molto pallido in viso e la sua mano tremava un poco nel reggere il cappello. Duca!... Che cos'ha? Sono davvero imperdonabile... di presentarmi a quest'ora... ma io vengo da parte... di Andrea Ludovisi.... Andrea? Avete detto?... Ma che cosa avete? Perchè evitate di guardarmi? Oh nulla... assolutamente! Dovevo dirle soltanto che Andrea... desidera vederla... Vedermi? Come vedermi?

Bisogna dire che Andrea Ludovisi non conoscesse ancora la forza d'animo di cui disponeva, o che piuttosto l'amore lo avesse trasformato, se egli fu capace, per , di non aggrottare neanche le ciglia a quella sferzata.

Cogli occhi accesi, febbrilmente, Andrea si era messo a disfare i pacchi, di cui la valigia era piena. Le lettere ricascavano da tutte le parti, si sparpagliavano, si confondevano; ma Andrea Ludovisi non pensava a leggerne nessuna.

Come ebbero preso congedo dai rappresentanti avversarii, il duca di Majoli e Vittorio Giussi scesero al caffè, in quell'ora popolatissimo. Si guardarono attorno, a lungo, attentamente; Andrea Ludovisi non c'era. Cerchiamo dalla parte della musica, disse il Giussi. Dopo pochi passi, sotto la viva riverberazione dei fanali elettrici, esclamò: Eccolo .

Andrea Ludovisi avrebbe passata l'intera sua vita come in quei dolci e fugaci giorni, dedicando tutti i suoi pensieri, i più intimi, i più reconditi, alla baronessa Costanza, soffocando la parola scottante che gli saliva incessantemente alle labbra, trattenendo il pianto che gli metteva un nodo alla gola, se ciò che egli aveva temuto da molto tempo non fosse finalmente successo.

Che non è vero, che non può esser vero che tu mi ami, poichè io non ho nulla per essere amato da te? Tu, indegna, tu?... Ah, se sapessi.... Ma, come ogni volta che ella accennava al proprio passato, Andrea Ludovisi le chiudeva la bocca con un bacio. Taci, taci!... Che cosa vorresti dirmi? di chi vorresti parlarmi?... Non esiste che una sola Costanza, la Costanza mia....

Non era lui!... Che cosa avrebbe potuto volere, a quell'ora, il duca di Majoli?... Quantunque fosse una delle pochissime persone che ella vedeva meno malvolentieri dacchè amava Andrea Ludovisi, pure in quel momento quella visita la contrariava; Andrea poteva apparire da un momento all'altro.... Signora baronessa... mi voglia perdonare....

Riferiva in senato a' 3 di giugno Daniello Ludovisi segretario, ritornato da Costantinopoli , che quantunque le forze del re di Persia, limitate a cento e ventimila cavalli, non si potevano ritenere in caso di contrastare felicemente col Turco, la gran difesa di quel regno consisteva nel ritirarsi, spogliando il paese di ogni sorta di vettovaglie; ed il bailo Bernardo Navagero nel 1553 assicurava che il sufì era poco meno che adorato dai suoi sudditi e temuto assai dal Turco, il quale non potr