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L'erba rigogliosa stormiva sotto di lei, mentre il Coniglio bianco scappava via il Sorcio spaventato s'apriva, sguazzando, una via in mezzo dello stagno vicino poteva sentire il rumore delle tazze, mentre la Lepre-marzolina e gli amici suoi partecipavano a quel loro perenne pasto udiva la voce strillante della Regina che mandava i suoi invitati al patibolo anche una volta il bimbo porcellino starnutiva sulle ginocchia della Duchessa, mentre i tondi e i piatti volavano d'ogni intorno anche una volta l'urlo del Grifone, lo scricchiolìo della matita della Lucertola, la soppressione de' porcellini d'India riempivano l'aria, sposati al singhiozzar lontano della miserabile Falsa-Testuggine.

Ho operato ugualmente questo biscobra che ti ho portato. È una pericolosa lucertola. La lingua ha due dardi dal veleno attivissimo. Ora è inoffensivo. Puoi prenderlo con le tue mani. Vorrei farti godere la velenosa orchestra dei serpenti che si intreccia con le preghiere melodiose delle fontane. Queste si lamentano di essere così sciupate. Ascolta, Mabima...

Alice guardò il palchetto de' giurati, e vide che nella fretta, avea rimessa la Lucertola col capo in giù, per cui la povera bestiolina agitava la coda al di sopra ma in modo da eccitare la compassione, perchè non poteva muoversi. Subito la estrasse, e la rimise convenientemente; "non gi

Uno de' giurati aveva una matita che scricchiolava. Alice non la poteva soffrire, e perciò girò intorno al Tribunale, giunse alle spalle di lui e colse tosto il destro per strappargliela. Ciò fece con tale lestezza che il piccolo giurato (era Tonio, la Lucertola) non seppe che fosse della sua matita; girò qu

In una celleita, Manfredo Archinto supplica Nostra Donna: in un'altra, una lucertola viva serpeggia sull'ala di una santa morta: in un'altra, san Bernardo, imprudentissimo, presenta al cielo la Guglielmina boema...

Che festa, o Mare, che festa radiosa l'averti tutto in me, liscio, le sere d'estate, con la tua pelle di serpe squamata di crisolito e col tuo ventre roseo, niellato, di lucertola!... Gioia della mia carne! Abbeverarmi io voglio, con delizia, alla freschezza, o Mare, dei tuoi spruzzi volanti e dei granelli di ghiaccio che mi metti alle ciglia... Orgia trionfale dei miei sensi!

A ogni vento a ogni pioggia a ogni raggio di sole, tutto era cancellato; il sandalo si sovrapponeva al coturno, i piedi scalzi più larghi e più numerosi appianavano ogni rilievo pestando colla stessa indifferenza la traccia lasciata nella polvere dal manto del trionfatore o dal fieno spiovente sui carri, da una zampa di elefante o da una coda di lucertola.

Ma Rambaldo non s’era tolto nemmeno il fastidio di parare il colpo. Agile e pronto come una lucertola, egli era guizzato da un fianco, e il Corradengo, non avendo altro a tagliare che l’aria, era andato bocconi sul terreno a contare la sua seconda caduta.

Camminava adagio, riparata dall'ampio ombrellino scarlatto, e guardava gli alberi, l'erba, l'acqua, le barche dei pescatori, per distrarre la mente, perdendosi in osservazioni oziose. Si fermò a rintracciar fra l'erba una cavalletta, stette a vedere una lucertola che, immobile, la fissava coi piccoli occhi neri e acuti.

Appena che i giurati si rimisero dal colpo che li avea rovesciati, e che furono ritrovate le lavagne e le matite, e consegnate loro, si misero a scarabocchiare con molta premura la storia del loro ruzzolone, salvo la Lucertola che non s'era riavuta e sedeva con la bocca spalancata, e guardando la volta. "Che cosa sapete di quest'affare?" domandò il Re ad Alice. "Niente," rispose Alice.