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Questo è il riposo dell'oceano: e pure il pianeta della vita e della luce pare che gli si accosti tremando, come il supplichevole al trono del Signore, le più volte pallido e senza raggio: ed egli lo assorbe nello sterminato suo seno, non altramente che la terra riceve la creatura divenuta cadavere.

Sono rientrata ora da Villa Borghese mormorò lei, fiaccamente. Poi, tastando un poco, trovò il campanello elettrico sul muro e vi appoggiò il dito. Un servitore entrò con due lampade coperte da paralumi di seta azzurra che mitigavano la luce. Il salottino apparve nelle sue tinte un po' triste di velluto oliva con broccato oro vecchio, molto smorto; una quantit

E quasi peregrin che si ricrea nel tempio del suo voto riguardando, e spera gia` ridir com'ello stea, su per la viva luce passeggiando, menava io li occhi per li gradi, mo su`, mo giu` e mo recirculando. Vedea visi a carita` suadi, d'altrui lume fregiati e di suo riso, e atti ornati di tutte onestadi.

Se tu non vuoi aspettarci, mangia Tonino, e finiscila. Irradiata la fronte più che dalla luce del cielo, dalla limpida, schiettissima luce della felicit

Il padre Anacleto, per dirvi tutto con una frase vecchia e francese, aveva una bella testa italiana. Perciò voi dovete immaginarvi subito i grandi occhi profondi, dalle pupille nere, circonfuse da una luce azzurrina, le ciglia lunghe, la pelle fine, i lineamenti grandiosi, saviamente accompagnati da una bella barba e da una bella capigliatura ondata e lucente. Il suo volto esprimeva l'onesta alterezza dell'uomo giovane e forte; gli occhi, la nobilt

Aveva fatto da ragazzo il proponimento di non fare mai contro la luce. Non voleva respingere mai una verit

Poscia fermato, il foco benedetto a la mia donna dirizzò lo spiro, che favellò così com’ i’ ho detto. Ed ella: «O luce etterna del gran viro a cui Nostro Segnor lasciò le chiavi, ch’ei portò giù, di questo gaudio miro, tenta costui di punti lievi e gravi, come ti piace, intorno de la fede, per la qual tu su per lo mare andavi.

Rabbrividía come per febbre al fiero Parlar la diva, e da' superbi accenti Con la candida man schermía l'orecchie Inorridita; risposta alcuna Formar può, fuggire osa. Ben gli alti Gesti de la sua vita e il dir facondo E l'audace promessa a Dio giurata Vergognando rimembra, e non sa quale Fascino occulto or l'incateni innanzi A l'avversario suo feroce e bello. Dicea fra : Molti in virtù prestanti, Molti in bellezza e in favellar maestri Conobbi al mondo animi egregi; ha il cielo Angeli molti, a le cui rosee membra Vestimento è la luce e amplesso eterno La giovinezza; or qual virtù ha costui, Che mi svolge ed incatena il senno? Così pensando, a l'anima dubbiosa Fa forza; di rigore arma l'aspetto, Cerca austere parole, e questi invece Le vengono dal core umili accenti: Angelo, oh! soffri ch'io t'appelli ancora Co'l tuo nome perduto; e che ti giova Per questa ultima sfera ir pellegrino Qui dove segue a la fatica il pianto E ad entrambi la morte? Assai feroci Detti hai parlato or or; ma una parola Melodïosa, o che mi falli il senso, Una dolce parola anche dicesti, Che a perdonarti ogni fallir m'induce: Pianto ed amato hai tu? Radice ha in terra Ne l'empia terra anche ha radice amore? Oh! come il viver coi mortali il senno Pur dei forti travolge! Il paradiso Oblïato hai così? Non sai che vita E stanza e reggia ha solo in ciel l'amore? Vieni, oh! vieni con me! L

!... Si vive! Si lagrima! Si danza! Come un ! Come sempre! E infin che luce Avr

Il primo senso schietto di meraviglia si prova entrando nel vestibolo del palazzo del Campo di Marte. Par d'entrare in una enorme navata di cattedrale scintillante d'oro e innondata di luce. È più lungo d'un terzo della navata maggiore di San Pietro, e l'Arco della Stella potrebbe ripararsi sotto le volte dei suoi padiglioni senza urtarvi la fronte. Qui si comincia a sentire il ronzio profondo della folla di dentro, che somiglia a quello d'una citt