United States or Australia ? Vote for the TOP Country of the Week !


Chi l’ascolta non curo; e se codardo Livor mi sferza o punge, Provocando il destin passo e non guardo, E il venefico stral non mi raggiunge. Se qualche volta i tuoi detti d’amore, Assorta, io non ascolto, E m’ardon gli occhi, e insolito pallore M’imbianca il labbro e il volto; Se, di tutto dimentica, reclino La bruna testa, e penso, Non mi turbar

E mentre le atterrite alme plebee Il vil livor depongono, e commosse Pregan per lui che l'ultim'aure bee, Con dolcezza rammentan com'ei fosse Modesto in sua possanza, e come pure L'altrui miseria a piet

Ricordi tu come sia fatto il cielo?... .... Grigio ora, e curvo sui sinistri pozzi della miniera; e un getto di singhiozzi immenso, fino a quel livor di gelo. E donne e donne coi bambini in collo e al fianco, con irti aridi cernecchi di furie al vento; e infermi e storpi e vecchi guatanti il mostro non ancor satollo....

98 e ben di questo e d'ogni male indegna, chi è quel crudel che con voler perverso d'importuno livor stringendo segna di queste belle man l'avorio terso? Forza è ch'a quel parlare ella divegna quale è di grana un bianco avorio asperso, di vedendo quelle parti ignude, ch'ancor che belle sian, vergogna chiude.

Giunger vonno di notte appo le mura Insidïate, e lor sorride speme Ch'a suon di trombe s'apra ivi la porta. Ma precorsa è la fama, e quando arriva L'oste a' piè di Saluzzo, e dagli araldi Si suonano le trombe, al suono audace Interna intelligenza non risponde, E nessun ponte levatoio scende Degl'invasori al passo. Irte le mura Stan di lance fedeli, scintillanti Al raggio della luna, e dal lor grembo Piovon sull'oste urli di rabbia e dardi; Ed a quegli urli universal succede Il grido popolar: «Viva Tommaso!». che Manfredo per livor si morde Ambe le labbra, e al baldanzoso volgo Giura dar pena d'infinite stragi. Il Provenzal Bertrando, alma beffarda Dell'amist

D’ogni basso livor tu l’hai detersa fuggendo: ed or memoria più non hai: sfiori, monda e leggera, il sempre e il mai, in pura infanzia dal lavacro emersa. Il liberato spirito si snuda pel battesimo sacro. Ardono gli astri al rito. E tu ti fai simile agli astri senza tempo, o mia vita, o vita ignuda. Sole, di fronte. Non c’è più nessuno. Chi odiammo, è lunge. Anche chi amammo, è lunge.

Il livor de' volgari alla gentile Perdonò l'esser nata in altre sponde, Tanto le piacque farsi a noi simìle Avvezzando le sue labbra faconde Non solo al bel, sonante italo stile, Ma al dïaletto che di Dora all'onde, E in tutte le dolci aure subalpine, Bench'irto, par che ad amicizia inchine.

De la finestra tua sul davanzale Un geranio vermiglio s’incolora. T’oppresse il fato, e pur tu serbi l’ale; Hai tanto pianto, e pur tu speri ancora. Ch’io m’inginocchi presso te: m’apprendi La virtù che sopporta e che perdona: Tu che l’odio e il livor mai non comprendi, Benedicimi, o grande, o vera, o buona.