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Pur troppo così non fu. L'esito di quella guerra, che ci diede per le mani di Napoleone il Veneto, s'associa ai ricordi più tristi ed umilianti per il paese: Lissa e Custoza segnano la condanna inesorabile di chi non seppe meglio usare dell'italica forza e valore. La storia dovr

Novara, Custoza, Lissa, e forse anche Mentana, nullostante tanta disparit

E non dubito: gli oppressori nostri s'inganneranno, ove la gente italica sia guidata da un uomo ben convinto che bisogna vincere. Le battaglie suaccennate di Novara, Custoza, Lissa, non furono disputate. In tutte, le nostre forze pugnarono parzialmente, e la maggior parte rimase inoperosa, e ad altro non servì che ad accrescere la confusione della ritirata.

Dio e l'Italia erano con lui, vecchio che guidava in carrozza i volontari della nuova generazione. La monarchia battuta a Custoza e a Lissa impose tremando al solo vincitore d'Italia, che retrocedesse; e il vincitore superò le vilt

I due Talamonte, Massacese, Cirù manovrarono. Il trabaccolo riprese a correre beccheggiando. Si scorgeva Lissa in lontananza. Lunghe zone di sole battevano su le acque, sfuggendo di tra le nuvole; e variavano secondo le vicende celesti. Ferrante rimase alla sbarra. Li altri marinai tornarono a Gialluca. Bisognava nettare le aperture, bruciare, mettere le filacce.

E quando si pensa che tutto ciò è avvenuto per un pittore, per un solo pittore di più che hanno mostrato loro, e per uno di meno che abbiamo mostrato noi, si corre involontariamente col pensiero a Lissa e a Custoza. In fondo in fondo, è sempre andata così, tra paese e paese.

Parla il compianto P. C. Boggio. Boggio! esclama lui, esterrefatto; ma non dicevano che è morto a Lissa? Eh, caro mio, si diceva in provincia; ma se tu badi ai discorsi della gente!...

Il mare era bello, il cielo sereno; Napoli sublime, distesa sovra i suoi colli, salutava augurando i vascelli che s'allontanavano, fisa al fumo delle vaporiere come al fumo d'imminenti vittorie. Finalmente! L'Italia, che dopo le umilianti sconfitte di Custoza e di Lissa si era con immensi sforzi d'economia e d'ingegno ricostituita una marina e un esercito, li avventava sull'Africa.

L'iniziativa fu presa, coll'ajuto dello straniero, dalla Monarchia: i repubblicani non ne furono capaci. Se quanti allora ciarlavano di repubblica avessero dato opera a ordinarsi, a disciplinarsi, a raccogliere mezzi, ad armarsi per fare, noi non avremmo forse oggi sulla fronte della povera Italia le vergogne di Nizza, di Lissa e Custoza e della perenne soggezione all'influenza straniera.