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certo! andava egli borbottando negli intermezzi delle sue furie. Erano venuti soltanto per la cassettina d'ebano, quei carabinieri di nuovo conio. Ah maledetta lingua!...

Tale, balbuzïendo ancor, digiuna, che poi divora, con la lingua sciolta, qualunque cibo per qualunque luna; e tal, balbuzïendo, ama e ascolta la madre sua, che, con loquela intera, disïa poi di vederla sepolta. Così si fa la pelle bianca nera nel primo aspetto de la bella figlia di quel ch’apporta mane e lascia sera.

Certo è che il mio vicino, tra una domanda e una risposta, brevi sempre, mi disse che egli era tedesco, ch'era professore di lingua tedesca, e che avrebbe desiderato di esser conosciuto. Ma lo disse, poverino, con una cert'aria! Pareva mortificato. Tedesco, professore? Certo conosceva il mio amico Otto Richter. Otto Richter borbottò, cercando nella memoria. Poi fece: Ah! Richter! Dunque? Morto.

Tra persone che non parlano la medesima lingua, non è da far cerimonie. Anche i naturali di Haiti intendevano questa verit

Basta, basta! gridò la badessa, dando sulla voce a lui e accennando alla conversa che si tenesse la lingua tra' denti. Non è da noi il trattenerci qui a garrire con un pari vostro, così indurito nelle male opere. Metta che io sia una stiappa di merluzzo; non potè tenersi dal rispondere il gobbo. E bisogner

Il cacciatore, ignaro di quanto avveniva oltre il circolo delle sue corse quotidiane, maravigliava a veder tanti armati spingersi per quelle erte dove, a sua memoria, mai non avea veduto torme d'uomini che non fossero di contrabbandieri. Porgeva attento l'orecchio, e misto al linguaggio della Svizzera tedesca, che era il suo, udiva parlarsi una lingua che gli giungeva più piana, ma ch'egli punto non conosceva. Passando presso le guide, e da queste interrogato in tedesco, lor rispondeva di conformit

Avevano preso lingua per via; e non era stato facile ritrovare subito la dimora del Vicerè delle Indie. Chi conosceva a Valladolid un vicerè delle Indie?

Ritornato nella sordida cella fu visitato dal medico che lo trovò coi lineamenti immobili, colla lingua e i denti fuliginosi, in una prostrazione di forze completa; rispondeva lentamente, con parole insensate. Il medico conobbe i primi sintomi d’una febbre tifoide, e ordinò che fosse subito trasportato all’infermeria. Il povero infermo non se ne avvide nemmeno.

Dirimpetto al presidente, torbido, minaccioso, rannuvolato, con un cipiglio da augurarne ogni sinistro, sedeva il Relatore della causa, auditore Pantellini. L'auditore Biscotti era a destra del Relatore. Questo Giudice era un fanatico studioso dei Testi di lingua: spesso costringeva i suoi colleghi a sospendere la compilazione di una sentenza per i motivi che diremo.

ALBUMAZAR. E con la dottrina che vi ho insegnato, avete fatto cosí felici progressi nell'arte, come non dar credito alle parole d'altri ma avere sempre l'occhio alle mani, non attendere quello che si promette, non aver fede osservar fede dar fede alle fedi d'altri, avere le bugie piú pronte che le lagrime delle donne, tenerne sempre apparecchiati gli magazzini sotto la lingua; ché questi sono i condimenti dell'arte nostra e le mercanzie che tengono aperto il nostro fondaco, ricordandovi che la commoditá è madre della ladreria.