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L'oubli seul sépare. Siamo separati e questa volta per sempre! O mie memorie, miei boschi di Limbiate, mio cimitero, mie malattie! Tutto è finito ed io coltivo squisitamente il mio dolore. 6 gennaio. Suonano le campane da morto. È morta anche l'anima mia! Chi conosce il tormento di questa mia solitudine? Tu non mi ami! hai pensalo a spezzare il filo fra noi, il filo sottilissimo?

Ed oggi? Vuoto, sconfortato, col solo pensiero che sono brutto e ridicolo! Senza speranza, senza fede, senza amore, sono andato alla chiesa.... Ho pensato alla tua comunione di sposa. Ho sentito come, anch'io, riceverei la mia ultima comunione, a letto, ammalato, moribondo, pensando alle mie Memorie, a Limbiate, al cimitero, dove voglio giacere, al mio libriccino Lagrime e Sorrisi, al mio portafogli, pensando a quelle carte che lascio nel mio scrignetto, al tuo ritratto che cadr

Ho trovato uno schizzo dal vero fatto a Limbiate probabilmente nel 1863 o 1864: lo amo! 31 gennajo. Il tempo si è fatto triste. È inverno. Quali incertezze! Se fosse qui vicino ardirei parlarle? No: sono troppo villano di corpo. Compero armi antiche: getto denaro e vorrei gettarne di più. Ed Ella lavora per guadagnare. 2 febbrajo. Jeri sera ho offeso, villanamente offeso, un mio amico.

Erano le parole della sua donna, nelle quali spera di rivivere. I giornali cittadini di tutti i partiti dissero le lodi del defunto: la famiglia gli eresse un sepolcro, dove a capo della cassa, pose le sue intime memorie e le lettere della sua donna. Oggi ne richiama lo spirito e lo raccomanda sommessamente all'avvenire. Incipit vita nova. Limbiate, 15 ottobre 1876.

Jeri ho adorato la Madonna della nostra Pinacoteca fingendo ch'Ella fosse con me, con me felice, sorella, vergine! Come sono felice! Sento di vivere! , e parlo in casa, e fuori di casa, pel primo, mi intrattengo coi conoscenti, parlo, rido, non abbasso gli occhi.... Vivo! o Lidia, da quella prima sera che ti vidi a Limbiate ad oggi come ti ho sempre amato! ma quale scoraggiamento nel pensare «Mi amer

11 gennaio. Come mi spaventa il mondo! E chi è questo mondo?... Oh come sto meglio nella solitudine di Limbiate! dove non sento nemmeno questi nomi!? E il mondo dopo aver ciarlato una settimana, s'annoia, e cerca un nuovo pettegolezzo: e ad esso si dovrebbe sacrificare tutta una vita? Ma perchè questi pensieri, con tanta evidenza? O Lidia, come stanotte ho vegliato penosamente! Ho pensato al mio avvenire. Sono stanco di studiare, così, senza uno scopo. Eppure quando a teatro sento qualche bella cosa, santa, morale, scritta coll'anima e col cuore, mi dico: Mi sento anch'io chiamato a fare del bene? , e bene! Bisogna combattere la nuova letteratura da postribolo. Ho pensato a fare pratica di notaio o di avvocato, e fare gli esami. Ma che carriera sarebbe per me? Oh che tormento! E che cosa faccio? Da un poco di giorni penso seriamente di parlare al Parravicini e farmi da lui occupare nella Congregazione di Carit

Ricevo la notizia che il povero Don Angiolo di Limbiate è morto e gi

Un giorno saremo abbracciati, felici, inginocchiati a ringraziare quel Dio a cui abbiamo creduto. Oh potessimo sposarci a Limbiate! È un pensiero che ho sempre, e che non ho mai scritto! Dio, Ti ringrazio! Mi hai aiutato l'anno scorso, e in che giorni! mi aiuti anche in questo. , quanto Ti debbo: mi ha scritto. Sapevo io dove era? Era viva? Era morta? Dio, grazie! 28 marzo.

Andrò a Parigi. Mio padre oggi mi ha dato i denari. Rimasi avvilito: Che cosa ho fatto per meritarmeli? O Lidia, penso malvolontieri al viaggio. Mi pare che Tu debba ancora essere a Limbiate. Limbiate, 8 ottobre 1878. Martedì.

Non so dire se più dell'arte egli amasse la libera natura, Fin da fanciullo ebbe sotto gli occhi i malinconici dintorni del suo Limbiate e i grandi boschi di pino silvestre che coprono una vasta zona dell'alto Milanese, luoghi di caccia una volta e di sontuose villeggiature, oggi ingiustamente abbandonate.