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Li spartani, allorché Licurgo vietò loro ogni moneta fuorché di ferro, se la passarono qualche centinaia d'anni con quella, tutto che pesante ed incomoda, non ostante che per comprarsi una berretta lor bisognasse condur seco un facchino carico di quella moneta, per pagarla.

Ma, dopo Teseo erano bensí corsi piú secoli, quando Licurgo proibí ogni altra moneta agli spartani, fuorché di ferro ben pesante, acciò, con l'incomodo di contrattare, mancassero i disideri e fosse posto freno al lusso.

Correva in que' tempi questa bella usanza, di far monete incomode da portare, forse ad imitazione di quelle di Licurgo, di cui parlammo; manco chi dice che Servio Tullo battesse anch'egli moneta di ferro, oltre quelle di rame. Polluce de' bizantini lo stesso narra.

Che se di Temistocle, che fu quattrocento anni dopo Licurgo, mi narra Plutarco che persuadesse gli ateniesi a condannare all'infamia Artenio Zelite co' suoi discendenti per aver portato di Media in Grecia l'uso dell'oro: io non penso giá che ciò voglia dire che allora fosse la prima volta introdotto l'uso delle monete in Grecia, perché ripugnarebbono gli altri attestati dell'autore medesimo; ma bensí che, dopo essere stato l'oro lungo tempo prima bandito; l'avesse costui di nuovo, contro le leggi della patria, proccurato d'introdurre.

Il Marchese paragona arditamente quest'artista geniale con Talete che coll'ispirazione dei suoi versi e dei suoi ritmi spianò a Licurgo la via per la sua legislazione, poichè nello stesso modo Fiesole ha appianato al suo amico Antonino, co' suoi quadri, la strada per la riforma.

Le quali cose accioché a' lacedemoni avvenir non potessero, per legge comandò Licurgo che i lor figliuoli, ecc. La terza cosa, la qual dissi era da cercare, è di veder qual sia la via la quale l'autore dice d'avere per questo sonno smarrita.

La Chiesa romana quando acciecata dalla superbia, e dal considerarsi tanto nella dottrina superiore al secolo, che la circondava, intese definirsi, fece come Licurgo quando piantò la vigna; ella si tagliava le gambe: custode alla immobilit

Fu dovunque, eccezione fatta di Atene, dove sorgeva il tempio delle Furie vendicatrici del parricidio, ed a Sparta, perchè odiava Licurgo ed i suoi rigori. Fu a Delfo ma non ebbe dall'oracolo la risposta che gli premeva, onde inveì contro il santuario, asportò 500 statue, che perdette per mare, e si era proposto di distruggere il santuario e di scannare i sacerdoti.

E di sciabola e di spada ho tre anni di scuola, da Licurgo Cavalli. Ce n'è d'avanzo. E di pistola? Mi son sempre esercitato. Ottimamente! Due grammi di coraggio, di cui non patirete certamente difetto; due di sangue freddo, che è proprio dell'arte vostra, e siete armato di tutto punto. Dove abita questo Montalto? In via Balbi. Palazzo?...

A Sparta ed a Corinto i costumi privati delle donne non erano così regolari come ad Atene. A Corinto il vizio era libero, ognuno aveva il completo godimento di stesso. A Sparta, Licurgo aveva voluto, come diceva Aristotele, imporre la temperanza agli uomini e non alle donne; queste, molto prima di lui, vivevano nel disordine e si abbandonavano quasi pubblicamente a tutti gli eccessi.