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... L'agile libellula dalle ali di raso veniami intorno precedendomi nel cammino. Dai pampini accarezzati dallo zeffiro, dalle festuche incurvate veniva languidamente un susurro dai fiorellini del prato un profumo. L'anima mia esalava l'amore. M'assisi. Dolce e melanconica cosa un tramonto autunnale e scorgere le prime stelle in cielo, e gli ultimi fiori nella siepe.... "Amo io davvero Ortensia?"

Oh no, siamo in campagna, e la mia figliuola in campagna fa sempre il meno che può; sempre in giro, come una libellula, a far provvista d'aria e di sole. Buona usanza! esclamo. Inglese od americana che sia, è una buona usanza davvero. Le nostre italiane....

Contemplava la robusta famiglia di gelsi, e i generosi vigneti che coronavano la collina, i ranuncoli che gettavano i loro fiori dorati a piè del muricciuolo, e la vitalba dalle braccia serpeggianti... Intanto l'agile libellula, l'aerea danzatrice dalle ali di raso, veniami attorno precedendomi nel cammino.

Su, su per i piedi, sul lembo del povero gonnellino si trascinavano gli insettucci; e i moscerini le volavano in giro, e una lunga libellula tutta azzurra colle ali d'argento le riposò in grembo per qualche minuto. Oh! oh! esclamò Maria sorridendo, rossa in viso per il piacere sono io forse la Madonna?

Augusto venne a picchiare al mio uscio, ma non risposi, e come egli, credendomi a letto, si fu allontanato sulla punta dei piedi, mi svestii in furia, spensi il lume, e mi cacciai sotto le coltri. ... L'agile libellula dalle ali di raso veniami intorno precedendomi nel cammino. Ed io salia lentamente verso la vetta della collina indorata dagli ultimi raggi del sole moribondo.

"Deh!... Fa ch'io non ti vegga!... Solitario "Mi chiuderò fra quattro mura, e lungi, "Lungi di qui vo' seppellirmi, in fondo "A qualche tetra valle, o in cima a un'alpe, "Pur ch'io più non incontri nelle vie "Il tuo flessibil corpo da libellula, "Che nelle forme aggrazïate ha un fascino "Voluttüoso che insulta e tormenta! "Pur ch'io più non ti vegga!... o un vel di sangue "M'offuscher

E guardava nel suo grembo la libellula; trattenendo il fiato, colle braccia aperte e gettate indietro per non spaventarla, tutta invasa, tutta tremante di una dolcissima confusione, immota, ma con un battito interno che le gonfiava il seno. Allora una parola ch'ella non aveva mai pronunciata da sola, una parola dei libri santi, una parola del Vangelo le salì improvvisamente alle labbra.

Poi ordinava in battaglia sempre nuove legioni di scarabei, di farfalle e d'altre minute bestiuole, a complemento delle sue collezioni; perdeva le ore intorno alle antenne di un grillo, alle alucce di una libellula, con una sollecitudine, con una pazienza da scienziato tedesco.