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Guardami, Fulvia, guardami negli occhi, e vedi se non ti adoro... e poiché ella taceva e non lo guardava ancora, le si precipitò ai piedi e le abbracciò le ginocchia: Via... non far così: Fulvia, guardami!... La donna ebbe a queste parole un lieve sorriso di compiacenza forzata, e gli porse la mano per sollevarlo: egli si alzò e sedette ancor tremante presso di lei, sul lettuccio.

.... In fondo alla corsia v’è un letto bianco: Vi posa un volto dolce di pallore. Il folletto gentil de l’officina In quel lettuccio muore. Muore di tisi

, ; era sicura; piaceva a Giacomino, gli occhi di lui erano pieni di baci... e la fanciulla si buttava sul suo lettuccio, affondando il viso nel guanciale come per riceverli tutti. Poi fece uno sforzo, si rizzò e cominciò a spogliarsi, ma con lui sempre in mente. Appoggiata alla sponda del letto, stette un pezzo a guardarsi i piedini nudi.

Non so quello che sono in questo momento; so che qui siamo soli e che ti amo come un pazzo e che sarai mia. Viva mai! rispose Maria senza levar gli occhi da quelli del principe. Vedremo, rispose egli, e afferratala per un braccio cercò di gettarla distesa sul lettuccio coperto dalla nivea pelle d'orso.

«Il treno rallentò: era il momento di tornare ai nostri posti. La riaccompagnai sulla carrozza coi letti, schiusi l'uscio della sua cabina, lasciai che ella passasse, m'indugiai un istante per considerare il lettuccio gi

Sulla spalliera del lettuccio da sedere e di tutte le seggiole, come sull'alto della cornice di uno specchio inclinato, era intagliato lo stemma dei Montalto, un leone coronato, rampante su d'uno scoglio, con la breve leggenda «Altius», ossia, per dirla in volgare, «più alto». Quegli arredi eleganti, e una Madonna attribuita al pennello del Dolci, che si vedeva di rincontro allo specchio, decoravano un tempo il salotto della madre di Aloise, e il giovinotto le serbava gelosamente come preziose reliquie di un caro passato.

Vedete voi quel buco tutto nero? ho fatto il nido. E questa penna che vi è caduta, se permettete, la metto al lettuccio dei miei piccini. Dite, vi dispiace? Anzi disse il canarino fortunato d'esser materasso. Ma sentite, verrete voi a tenermi compagnia qualche volta? Perchè no? disse il colombo ma di questi giorni non posso; ho i piccini, udite voi come chiamano? Il canarino non udiva nulla.

Ella ci sta fin troppo per sua elezione, la povera signora; che se noi non le si dice di muoversi un tratto e di scendere a respirare, un poco d'aria, ella starebbe di continuo sdraiata sul suo lettuccio a contare i moscherini che volano.